2014-06-26 12:23:00

Aborto. Forum Famiglie Lazio: decreto su obiezione viola la legge 194


Una decisione ideologica che viola la legge nazionale e che non ha preso in considerazione tutte le voci della società civile. Così Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle Famiglie del Lazio commenta il decreto firmato dal presidente della Regione Zingaretti che rende obbligatori per i medici obiettori di coscienza che prestano servizio presso un consultorio, la prescrizione di farmaci abortivi e il rilascio di certificati necessari ad interrompere la gravidanza. Al microfono di Paolo Ondarza il commento della stessa Ciccarelli:

R. – Non è applicata la Legge 194! C’è una violazione della legge nazionale, perché è proprio la Legge 194 che tutela gli obiettori dal non eseguire pratiche e documentazioni che autorizzino l’accesso all’aborto o a metodi abortivi.

D. – Quindi quella che viene presentata come una decisione a tutela della Legge 194, in realtà -  secondo voi - è una violazione della stessa legge?

R. – Sì, una violazione in quanto noi aspettiamo ancora che venga applicata interamente e - soprattutto negli articoli 2 e 5 – la Legge 194 laddove si parla di prevenzione, di accompagnamento delle persone che richiedono l’interruzione della gravidanza e di potenziamento del ruolo dei consultori. E questo proprio perché sappiamo che la prevenzione gioca un ruolo molto determinante in queste fasi, che sono fasi - per una donna - dettate da paura, da timore per il futuro, da precarietà e da mille pensieri negativi: quando una donna fa questa scelta, non sempre è pienamente consapevole.

D. – Secondo chi saluta positivamente questo decreto, oggi sarebbero troppi i medici obiettori, circa il 90 per cento. E questo non garantirebbe alle donne, che decidono di interrompere la gravidanza, quello che viene definito “l’accesso ai servizi”…

R. Intanto io mi porrei un’altra domanda: come mai il 90 per cento dei medici è obiettore? E’ su questo, su un dato di realtà, che forse bisogna ragionare e non tanto su un preteso diritto di gestire la vita di un altro essere umano. Io sposterei il focus dell’attenzione non su un diritto individuale di decidere della vita di un’altra persona, ma sul fatto che la maggior parte dei medici abbia scelto per l’obiezione di coscienza:  significa che c’è una grande consapevolezza che l’ambito su cui si va ad incidere, ad intervenire è l’interruzione di una vita umana, ossia l’interruzione della vita di una persona e non un intervento chirurgico quale sia l’asportazione di un neo o di un tumore… E questo i medici lo sanno benissimo! Le persone che vogliono accedere alla 194 e utilizzare questo strumento ne hanno piena libertà, ma devono anche trovare un servizio e dei medici che siano disposti a farlo, perché il mio diritto non può essere assoluto, ma deve conciliarsi con la libertà di altri di poter dire di “no” all’interruzione di una vita.

D. – Pensate di muovervi, in qualche modo, a questo punto?

R. – Ci stiamo riflettendo… Purtroppo è un decreto dettato più da istanze ideologiche e non da necessità effettive. Sarebbe opportuno un dialogo e un confronto con il presidente Zingaretti nel quale presentare le nostre istanze e le nostre ragioni. Noi continuiamo a denunciare un mondo della politica che non si mette in ascolto di tutte le rappresentanze del territorio e delle istanze che vengono dai vari settori, ma è un mondo della politica che genera provvedimenti molto astratti e lontani dalla gente!








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