2014-06-25 08:00:00

Sudafrica: siglato l'accordo sui salari dei minatori


In Sudafrica è stato firmato ieri pomeriggio un accordo sui salari tra i minatori del platino e le imprese produttrici: si conclude così - con le richieste iniziali degli scioperanti accolte solo in parte - la protesta, senza precedenti per durata, che aveva paralizzato il settore da fine gennaio, con conseguenze pesanti anche sulle vite delle famiglie. Il servizio di Davide Maggiore:

È durato cinque mesi esatti lo sciopero che aveva portato 70 mila dipendenti dei tre colossi minerari, Anglo American, Impala Platinum e Lonmin a incrociare le braccia: mai una protesta era proseguita così a lungo nel Sudafrica democratico. Non tutti i lavoratori raggiungeranno i livelli di paga chiesti all’inizio, 12 mila 500 rand, circa 850 euro al mese; l’accordo prevede aumenti graduali del salario mensile di 1000 rand nei primi due anni, e quasi della stessa cifra nel terzo. Fondamentale per risolvere la vertenza è stata la mediazione del governo, e il presidente sudafricano Jacob Zuma si è detto soddisfatto della conclusione dei negoziati. Il compromesso permetterà ai minatori di tornare ufficialmente al lavoro fin da oggi anche se - evidenziano testimonianze arrivate dalla zona - ci vorrà ancora qualche settimana perché l’attività riprenda davvero e sei mesi, secondo le compagnie minerarie, per tornare alla produzione a pieno regime. Cinque mesi di sciopero hanno messo in luce le difficoltà delle famiglie - costrette a indebitarsi per sopravvivere - ma anche le divisioni tra i sindacati sudafricani: la sigla maggioritaria Amcu è stata protagonista dello sciopero a oltranza, mentre gli iscritti al sindacato più vicino al governo - il Num - spingevano per una soluzione più rapida. In questi mesi, molti lavoratori favorevoli a interrompere la protesta, hanno denunciato intimidazioni, attacchi e persino omicidi mirati, attribuiti a elementi radicali. Non sono però finite le difficoltà nell’area, dove due anni fa 34 persone rimasero uccise dopo che la polizia aprì il fuoco su una manifestazione: nuove proteste potrebbero essere provocate da una serie di licenziamenti che le compagnie minerarie stanno prendendo in considerazione, e dall’intenzione del governo di riformare in senso restrittivo la legge sugli scioperi. 








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