2014-06-25 15:44:00

Giornata del Marittimo: i diritti dei lavoratori di un settore cruciale


Si celebra oggi la quarta Giornata del Marittimo promossa dall’Imo, l'Organizzazione marittima internazionale. In un messaggio, il segretario generale dell’agenzia Onu, Koji Sekimizu, sottolinea l’importanza del commercio via mare che rappresenta “il motore dell’economia mondiale”. Grande attenzione però va posta, scrive, sui marittimi e sulle loro condizioni di vita particolarmente dure. Un milione e mezzo le persone che lavorano in questo settore, esposte a difficoltà e a rischi come naufragi e attacchi della pirateria. Da qui, in occasione di questa Giornata, l’invito dell’Organizzazione a un gesto di gratitudine verso i marittimi. Adriana Masotti ha intervistato Enrico Maria Pujia, direttore generale per il Trasporto marittimo italiano:

R. – Sì, ciò che si dice nel messaggio dell’Imo è la realtà. In questo momento di crisi economica, tra l’altro, uno dei settori che a livello internazionale ha tenuto di più – anche se con una leggera flessione – è sicuramente il settore marittimo-portuale. In questo contesto, però, paradossalmente, avviene che spesso le potenzialità dell’economia marittima non sono conosciute né si ha, da parte della politica e degli stessi cittadini, la percezione dell’importanza che può rivestire lanciare un settore strategico come quello marittimo-portuale.

D. – Nel messaggio del segretario dell’Imo, si dice quanto la vita di questo milione e mezzo di marittimi sia difficile. Che cosa si fa per migliorare la loro sicurezza, la loro condizione di vita?

R. – E’ sicuramente una vita difficile la loro, che li porta fuori casa diversi mesi a bordo delle navi, spesso anche senza poter scendere a terra, quindi con tutti i disagi che può comportare una vita di questo tipo. Ma è anche, però, una vita affascinant,e perché dà la possibilità di girare il mondo, di conoscere tanta gente… E poi, loro hanno questa passione per il mare… In questi ultimi anni, devo dire che la vita a bordo è migliorata. C’è una serie di disposizioni normative introdotte a livello internazionale, anche a livello comunitario, soprattutto dai singoli Paesi, per cui si è data molta attenzione alle esigenze dei marittimi. Non da ultimo, con l’approvazione della Convenzione Mlc 2006, proprio improntata su una rivoluzione della vita di bordo, soprattutto dal punto di vista dei diritti dei marittimi che in passato erano stati penalizzati. Adesso, per esempio, si guarda anche alla qualità della vita di bordo, agli spazi per i marittimi che sono in pausa, alle tipologie delle cabine che devono essere più confortevoli… Quindi, una serie di misure che sicuramente va nella direzione di migliorare la qualità di vita a bordo delle navi.

D. – La pirateria quanto è un rischio oggi concreto e frequente?

R. – E’ un rischio frequente soprattutto in alcune aree specifiche del pianeta. Si sa benissimo che ci sono delle aree dove, nonostante l’intervento anche delle forze militari che lavorano in modo congiunto, continuano a verificarsi fenomeni di pirateria. Questo forse anche perché andrebbe avviata – e il nostro Ministero degli esteri lo sta facendo – un’attività anche di supporto a popolazioni che vivono momenti di forte crisi. Penso, per esempio, al settore della pesca che è andato in crisi in molti Paesi per cui molti di questi ex-pescatori magari oggi si sono trasformati in pirati. Noi siamo impegnati a riservare grande attenzione al fenomeno: il nostro Paese è molto attento, sia con una combinazione di attività per la protezione e la prevenzione, siaanche per l’assistenza. Noi abbiamo sviluppato un progetto con il Centro internazionale radio-medico che assiste i marittimi a livello internazionale a bordo delle navi, in telemedicina.

D. – E’ assicurata, sulle navi, anche l’assistenza spirituale, religiosa dei marittimi?

R. – C’è una serie di organizzazioni, tra cui la “Stella Maris” che fa capo alla Chiesa Cattolica, che assiste i marittimi sia a bordo delle navi, sia nei porti e soprattutto dà assistenza ai marittimi che vengono abbandonati. Non tutti sanno, per esempio, che ogni anno molte navi vengono abbandonate nei porti di Paesi stranieri diversi da quelli dell’armatore, e quindi l’equipaggio, spesso non avendo il visto per poter scendere a terra non ha la possibilità nemmeno di andare a comprare da mangiare. Quindi, per fortuna c’è questa associazione, la “Stella Maris” che, anche con l’aiuto del Ministero dei trasporti assieme alle Capitanerie di porto, svolge quest’attività di assistenza e di supporto a questi marittimi, non solo dal punto di vista materiale – vorrei sottolineare, anche rispetto alla sua domanda – ma soprattutto dal punto di vista spirituale.

D. – In occasione di questa Giornata, l’Organizzazione marittima internazionale ha avviato una campagna invitando le persone a inserire nei social media un grazie per i marittimi, grazie, in particolare, per un oggetto che si possiede e che viene dal mare. Perché è importante questa sensibilizzazione e questo grazie?

R. – Perché intanto è importante capire che bisogna investire nella formazione e nell’attenzione ai diritti dei marittimi, perché è una categoria che – come dicevamo – in passato è stata un po’ poco seguita e che invece è strategica per lo sviluppo del commercio internazionale. Dobbiamo ricordare sempre che il 90% delle merci, a livello mondiale, viaggia via mare. Questo significa anche riportare l’attenzione a opportunità lavorative: oggi che c’è una crisi economica, registriamo un forte ritorno di richieste di imbarco da parte di giovani e di meno giovani.

D. – Quindi, gratitudine e anche…

R. - …e anche riconoscimento di grandi opportunità che il settore può offrire.








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