2014-06-24 11:56:00

Myanmar: no dell'Onu al controllo delle conversioni


Gli esperti sui diritti delle Nazioni Unite hanno esortato il governo del Myanmar a lasciar cadere un controverso progetto di legge sul controllo delle conversioni religiose. Venerdì scorso, tre inviati speciali, sulla libertà di religione e sulle questioni delle minoranze e dei diritti umani, hanno condannato il progetto di legge che richiederebbe a coloro che scelgono di convertirsi a un’altra religione di presentare documentazione e sottomettersi a un processo di registrazione presso uffici dell’amministrazione pubblica.

“La libertà di religione o di credo è un diritto umano, indipendentemente dall’approvazione dello Stato, e il rispetto della libertà di religione o di credo non dipende da procedure di registrazione amministrative”, ha detto Heiner Bielefeldt, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione.

Nel marzo scorso, il presidente Thein Sein ha istituito una commissione parlamentare di 12 membri e il 27 maggio una bozza della proposta di legge è stata pubblicata sulla stampa locale allo scopo di raccogliere reazioni e proposte da parte della popolazione. La decisione di consultare il pubblico è stata l’unica proposta positiva notata dai tre esperti delle Nazioni Unite.

Rita Izsák, il relatore speciale sulle questioni delle minoranze, ha evidenziato che il disegno di legge potrebbe avere un impatto negativo sulla libertà di religione e dei diritti delle minoranze religiose ed etniche. “Esorto il Myanmar a rafforzare la protezione, in linea con gli standard internazionali e a non creare ostacoli sull’identità religiosa. E’ diritto di ogni individuo di scegliere liberamente la propria professione di fede”, ha detto Izsàk.

Il relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Myanmar, Yanghee Lee, negli ultimi sei mesi, ha notato “preoccupanti passi indietro” nel processo del Paese verso una nazione più democratica, anche nell’arresto arbitrario e nelle intimidazioni di attivisti e giornalisti ritenuti contrari alla linea del governo. La signora Lee ha affermato che nel disegno di legge sulla tutela della razza e della religione ci sono “segnali di rischio che il Myanmar, nel suo cammino per diventare membro responsabile della comunità internazionale, vada fuori strada”.








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