2014-06-21 10:46:00

Commento al Vangelo della Domenica di don Ezechiele Pasotti


Nella Solennità del Corpo e Sangue di Cristo, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù dice ai discepoli:

 “La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

Alla celebrazione del Dio Uno e Trino, di Dio mistero di Unità e di Amore, risponde oggi la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo, del dono totale che il Figlio fa di se stesso, lasciando che il suo Corpo sia spezzato per la nostra salvezza e il suo Sangue versato per renderci partecipi della vita eterna. Il Figlio porta sulla terra la festa dell’amore trinitario e ne fa dono all’uomo. “Il suo corpo arso d’amore - sulla mensa è pane vivo; - il suo sangue sull’altare - calice del nuovo patto”, canta l’inno dei Vespri del tempo pasquale. Oggi il Signore ci dice: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Questo dono divino ha il potere di trasformare anche noi in “dono” gradito a Dio e utile ai fratelli (Da un’antica preghiera di Ordinazione presbiterale). C’è una riflessione molto bella di Ratzinger a questo proposito: «Il dono unico che Dio aspetta, l’unica cosa che non è ancora sua, è la nostra libertà, è la risposta del nostro amore. Dio ha creato un mondo libero, ha creato la libertà, ha creato così la possibilità di dire “sì” o “no”, come possibilità di fare un dono libero a Dio. L’unico e vero sacrificio può quindi essere soltanto il nostro “sì”, la gioia di essere uniti con Dio nell’amore […] un mondo umanizzato, un mondo nel quale l’amore è il segno di tutto, sarà il vero sacrificio. Con questo amore, nel quale Dio si dona e diventa dono per noi, noi possiamo essere transustanziati con Lui e trasformati in amore con un “sì” libero» (J. Ratzinger, Il centro delle Liturgia cristiana, “Terra ambrosiana”, 46, 2005, p. 20: citato da A. Lameri, Liturgia, Assisi 2013, pp. 49-50).








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