2014-06-20 07:28:00

Obama: no truppe in Iraq. Jihadisti vicini a Baghdad


Non invieremo migliaia di soldati in Iraq, interverremo se necessario con "azioni mirate e precise". Così il presidente statunitense Barack Obama sull’avanzata dei jihadisti verso Baghdad e la conseguente richiesta di aiuto del premier Al Maliki. Gli estremisti sunniti sono a circa 60 chilometri dalla capitale ed hanno già preso diverse città. Massimiliano Menichetti:

“Non abbiamo la capacità di risolvere la situazione con migliaia di truppe: non c'è una soluzione militare per l'Iraq”. Il Capo della Casa Bianca risponde così alla richiesta d’aiuto del premier iracheno Norui al Maliki in difficoltà nel contrastare  l’avanzata dell’Isil, i combattenti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, verso Baghdad.  “Interverremo , se necessario con azioni  mirate”, precisa Obama, spiegando che oltre ai 275 marine, già inviati per rafforzare la sicurezza dell'ambasciata americana nella capitale,  gli Usa si preparano ad mandare sul terreno altri 300 soldati nella veste di consiglieri e quindi non combattenti. "Servono partnership efficaci per fermare i  gruppi terroristici" – aggiunge il Capo della Casa Bianca -, esortando il premier  sciita, a superare le divergenze basate sulle differenze interconfessionali, per “definire un piano politico per il futuro dell’Iraq”. Intanto sul terreno lo scontro non cessa, dopo la presa di molte città tra cui Mosul e Tikrit e l’area di Tallafar, conquistato del tutto il complesso delle raffinerie di Baiji, il più vasto di tutto il Paese e a Samarra quello che un tempo era il principale impianto per la produzione di armi chimiche di Saddam Hussein.








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