2014-06-18 15:54:00

Francesco: vicini ai rifugiati, anche Cristo fu uno di loro


Vicini ai rifugiati e solidali con le loro sofferenze. Lo ha chiesto ancora una volta Papa Francesco nel vibrante appello col quale ha concluso l’udienza generale. Dopodomani, si celebra la Giornata mondiale dedicata al dramma di chi chiede asilo in una terra più ospitale della propria e il Papa, nell’invocare aiuto per tutti loro, ha ricordato: anche “Gesù è stato un rifugiato”. Queste le sue parole:

“Il numero di questi fratelli rifugiati sta crescendo e, in questi ultimi giorni, altre migliaia di persone sono state indotte a lasciare le loro case per salvarsi. Milioni di famiglie, milioni, rifugiate di tanti Paesi e di ogni fede religiosa vivono nelle loro storie drammi e ferite che difficilmente potranno essere sanate. Facciamoci loro vicini, condividendo le loro paure e la loro incertezza per il futuro e alleviando concretamente le loro sofferenze.

Il Signore sostenga le persone e le istituzioni che lavorano con generosità per assicurare ai rifugiati accoglienza e dignità, e dare loro motivi di speranza. Pensiamo che Gesù è stato un rifugiato, è dovuto fuggire per salvare la vita, con San Giuseppe e la Madonna, ha dovuto andarsene in Egitto. Lui è stato un rifugiato. Preghiamo la Madonna che conosce i dolori dei rifugiati che si avvicini a questi fratelli e sorelle nostri. Preghiamo insieme la Madonna per i fratelli e sorelle rifugiati. [Ave Maria] Maria, madre dei rifugiati, prega per noi”.

 

L’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) chiede maggiore protezione per chi possiede questo particolare status e soprattutto azioni congiunte a livello internazionale che evitino l’esplodere di conflitti, che sono poi alla base del fenomeno dei migranti in cerca di asilo e, molto spesso, delle violazioni dei loro diritti. Maria Gabriella Lanza ne ha parlato con Carlotta Sami, portavoce in Italia dell’Acnur:

R. – E’ sempre più importante celebrare questa Giornata, perché il problema dei rifugiati è un problema che sta diventando sempre più grave, più tragico. Il nostro intervento come alto Commissariato è chiaramente umanitario, di supporto, di aiuto, di tutela, di protezione, ma non è sufficiente. Ci vuole una mobilitazione a livello internazionale per prevenire e risolvere conflitti che sono la causa di questi numeri sempre più grandi di rifugiati, di persone che sono costrette a scappare dalle loro case e abbandonare tutto. Vediamo la crisi siriana che non si riesce a risolvere, ma anche i conflitti in Centrafrica, gli scontri che ci sono in questi giorni che hanno costretto più di 300 mila persone a scappare in Iraq.

D. – In Italia, un richiedente asilo aspetta anche due anni prima di ottenere lo status di rifugiato e nel frattempo vive in centri sovraffollati e molto spesso i loro diritti vengono violati. Come si può garantire un’accoglienza dignitosa?

R. – Bisogna lavorare sicuramente moltissimo nel nostro Paese per consentire un’accoglienza dei profughi e dei rifugiati quando arrivano nel nostro Paese, sin dalle prime ore. Un’accoglienza dignitosa che permetta di soddisfare bisogni, fondamentali e primari, di persone che hanno attraversato grandi difficoltà e che sono spesso in precarie condizioni di salute. Poi, l’altro tema importante per l’Italia è quello dell’integrazione: dare opportunità a persone che vogliono rappresentare una risorsa per il nostro Paese, per l’Italia, che sono qui per contribuire e per aiutare veramente a costruire una società della quale vogliono essere parte.

D. – Gli ultimi dati disponibili mostrano che in Europa lo Stato con più richiedenti asilo non è l’Italia ma la Germania. Purtroppo, molti migranti sono costretti a restare in Italia in base alla Convenzione di Dublino e non possono ricongiungersi con i loro parenti in Europa…

R. – C’è sicuramente la possibilità del ricongiungimento familiare che va utilizzata sempre. È una possibilità importantissima e fondamentale riuscire a mantenere l’unità delle famiglie. Lo abbiamo fatto presente molte volte, in particolar modo per quanto riguarda i numerosissimi rifugiati siriani che arrivano in Italia, ma anche in altri Paesi europei. È importante che a livello europeo vi sia una condivisione dell’accoglienza e della responsabilità di offrire opportunità ai rifugiati.








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