2014-06-18 13:25:00

Convegno diocesano di Roma: pastorale per i giovani del post-Cresima


Trovare un punto di incontro tra le famiglie e la comunità parrocchiale  nell’accompagnare i ragazzi nel loro cammino di educazione cristiana, per non perderli nel percorso di fede, dopo la cresima se non addirittura dopo la prima comunione. Questo è stato il tema centrale dei tredici laboratori di studio con cui ieri è proseguito il Convegno pastorale della diocesi di Roma sul tema “Un popolo che genera i suoi figli”. Ma quali sono le aspettative per questo incontro? Marina Tomarro lo ha chiesto al cardinale vicario Agostino Vallini.

R. – Mi aspetto che non si facciano analisi relative al passato. Il passato aveva i suoi problemi come ce ne sono oggi. Certo la gioventù oggi è cambiata, in una società cambiata, dove la famiglia è esposta a tante difficoltà, dove un certo numero di famiglie sono molto preoccupate della collocazione del lavoro, del loro futuro. Questo significa che però è necessario che noi guardiamo con questa fiducia al futuro e certamente tiriamo fuori in questo convegno le esperienze, le idee, le proposte migliori, così da renderle orientamenti pastorali. Vedremo, nel mese di settembre, al convegno conclusivo, quale potrà essere l’esperienza migliore e proporla come indicazione pastorale per il futuro.

D. - Il convegno diocesano può essere anche un lavoro di rete tra le varie parrocchie?

R. – Senz’altro, direi che questa è una tradizione. Il lavoro nelle varie zone della città è molto vario, ed è portato avanti dalle prefetture, dove si realizzano incontri mensili con i sacerdoti. A Roma, per esempio, esistono parrocchie, che inviano i loro catechisti in altre parrocchie che ne sono sprovvisti. Questo è un bel segno che ci testimonia che forse siamo in una condizione di cammino. Dobbiamo proseguire e adeguarci a quello.

E nelle parrocchie diventa molto importante anche la collaborazione tra i laici e i sacerdoti. Ascoltiamo l’attrice Beatrice Fazi tra i coordinatori dei laboratori di studio:

R. - E’ fondamentale perché i laici nella loro vita quotidiana vivono sulla propria pelle i problemi. L’importante è collaborare proprio perché loro sono i mediatori, ci facilitano il percorso su questo ponte che va da noi all’infinito e per loro penso sia importante proprio perché nel concreto i laici fanno presenti quelle che sono le difficoltà nella relazione di coppia, nella relazione con i figli… Io vedo che quando poi veramente si riesce a interagire le cose si affrontano per i laici con una luce diversa aperta, e per i sacerdoti con la capacità di mutuare anche delle soluzioni da chi li ha già trovate, per suggerirli ad altri.

D. – Beatrice,  riesci a portare la Parola di Dio anche sul set?

R. – Ci provo. Il Vangelo dice che ogni occasione è buona, anche quelle meno opportune, io spesso vengo tacciata di essere poco opportuna ma me ne vanto, piuttosto.

E forte è l’esigenza dei parroci ad essere prossimi alle famiglie soprattutto per l’educazione dei ragazzi. Don Attilio Nostro, parroco di san Giuda Taddeo:

R. - Oggi la famiglia risulta molto frammentata, gli orari tante volte non consentono ai genitori di stare con i figli, di passare molto tempo con loro. Uno di questi fenomeni di distanza tra figli e genitori è anche l’educazione, la formazione nella fede. La parrocchia dovrebbe in qualche modo farsi carico di questa difficoltà, cercando di venire incontro ai genitori in questa esigenza che il Papa ci ha rimesso davanti di chiedere ai genitori di riappropriarsi di questo loro ruolo di primi educatori, primi testimoni della fede.

D. – Il Papa vi ha chiesto di essere accoglienti verso tutti, in che modo potete rispondere a questa esortazione che vi è stata fatta?

R. – L’ascolto è la parte fondamentale dell’accoglienza, cercare di sintonizzarsi con i genitori, non semplicemente parlando con loro o offrendo una parola a loro ma soprattutto ascoltando le loro preoccupazioni, le loro paure, le loro necessità, anche confrontandosi con loro. Credo che la nostra priorità sia cercare di accogliere, di ascoltarli, quindi di aiutarli nel discernimento, per aiutare, insieme a loro, a capire qual è la cosa migliore da donare ai figli.








All the contents on this site are copyrighted ©.