Se è vero che il Corano e i trattati di diritto islamico ammettono la guerra santa contro gli infedeli, è altrettanto vero che negli ultimi decenni questa interpretazione è stata esasperata per motivi politici ammantati dall'elemento religioso.
Renzo Guolo, docente di sociologia dell'Islam, ricorda che "dalla fine del XIX secolo abbiamo assistito all'emergere di movimenti che contestavano i dotti religiosi dando interpretazioni del testo meno distensive e autorizzando così il jihad come combattimento militare in chiave offensiva".
Oggi, secondo lo storico Alessandro Barbera, quello che manca all'Islam sono dunque "teologi e giuristi in grado di far emergere una corrente che riesca a definire ciò che esso realmente è."
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