Il Papa ai catechisti di Roma: accoglienza e testimonianza

"Abbiamo vissuto un bellissimo momento assieme al nostro vescovo che con il suo entusiasmo e il suo carisma ci ha incoraggiato e spronato a essere una Chiesa 'madre' che non fa proselitismo ma sa generare figli". Teresa Meloni, catechista e animatrice dei giovani nella parrocchia romana dei Santi Ottavio e Compagni martiri, era in Aula Paolo VI lunedì 16 giugno quando Papa Francesco ha inaugurato il Convegno Pastorale della Diocesi di Roma dedicato all'iniziazione cristiana. "Una Chiesa madre è una Chiesa che sa accogliere. Essere nella Chiesa - come ci ha spiegato il Papa - dovrebbe significare sentirsi a casa, per così dire 'a casa di mamma'. Quindi la Chiesa deve saper aprire la porta a chiunque, con tenerezza, speranza e pazienza".

Un concetto importante introdotto dal Papa in apertura del Convegno diocesano è stato quello di 'orfanezza'. "Il Papa ha sottolineato che oggi i giovani sono orfani di una strada sicura da percorrere, di un maestro di cui fidarsi, di ideali che riscaldino il cuore", spiega Teresa Meloni. "Ha invitato i genitori a saper perdere tempo per giocare con i propri figli, per trasmettere loro il senso di gratuità. Nelle famiglie, nelle parrocchie, ma anche in tutta la società - ci ha detto Francesco - c'è bisogno di senso di gratuità, per capire che cos'è la grazia di Dio". 

"Siamo consapevoli che la catechesi è uno dei pilastri dell'educazione alla fede", continua la catechista romana. "Ma ci rendiamo conto anche che nonostante il nostro grande impegno i risultati sono scarsi. Dobbiamo adottare nuove modalità, nuovi linguaggi, per sintonizzarci meglio con il mondo e cogliere le possibilità di annuncio del Vangelo". "Troppo spesso la catechesi viene vista ancora come strumentale ai sacramenti e non come un itinerario di vita cristiana. Ma soprattutto - come ci ha spiegato il nostro vescovo - dobbiamo essere testimoni con la nostra stessa vita. Per noi la sfida più grande è essere coerenti con la Parola che annunciamo".