2014-06-17 13:46:00

A Civiltà Cattolica, protagonista libro su omelie da S. Marta


Discorsi che vogliono aprire porte, instaurare un rapporto con l’interlocutore, rappresentare un’indicazione per la vita quotidiana. Sono queste “le parole di Francesco nel discorso pubblico”, titolo della tavola rotonda che si è svolta presso la sede della rivista dei gesuiti, “La Civiltà Cattolica”, in occasione della presentazione del libro “La verità è un incontro. Omelie da Santa Marta”. Il volume raccoglie i servizi della Radio Vaticana sulle prime 186 omelie del mattino di Papa Francesco. Per noi c’era Davide Maggiore:

Dall’atmosfera raccolta di Casa Santa Marta, attraverso il riferimento alla Parola del giorno, arrivano molti dei temi, delle immagini e degli appelli che ricorrono nel ministero pubblico di Papa Francesco: le omelie, dunque, rappresentano in un certo senso il centro della sua quotidianità di pastore, come sottolinea padre Federico Lombardi, direttore generale della Radio Vaticana e della Sala Stampa vaticana:

“Le omelie di Santa Marta sono un po’ l’origine della comunicatività del Papa, nel senso che sono il momento dell’incontro quotidiano con Cristo di un pastore che, quindi, incontra Cristo non da solo, ma con il Popolo di Dio. E gli spunti di riflessione che il Papa pronuncia in queste omelie sono anche un aiuto a leggere e ascoltare la Parola di Dio per tutti i fedeli presenti e diventano l’origine quindi anche del loro impegno nella vita cristiana quotidiana”.

In queste omelie, prosegue il direttore di “Civiltà Cattolica”, padre Antonio Spadaro, è fondamentale anche il riferimento alla spiritualità di S. Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù:

“Le parole delle omelie di Santa Marta sono parole molto vicine a quelle degli Esercizi spirituali. La parola degli Esercizi spirituali non è una parola oggettiva, 'refertuale', non indica la comunicazione di un messaggio freddo, anonimo, ma al contrario crea una relazione, cioè una parola che vuole creare un dialogo tra l’esercitante e il padre spirituale o tra l’esercitante e Dio. La parola di queste omelie è una parola che intende creare una relazione con il Signore. E questa è una parola dinamica in questo senso: è spirituale, perché è estremamente dinamica”.

Un discorso, quindi, in cui il riferimento all’interlocutore è sempre presente ed essenziale. Per questo motivo, giudica Vittorio Sermonti, scrittore e critico letterario, fondamentale...

“…è il fatto di non aver trascritto per intero gli interventi del Papa. Un discorso fatto faccia a faccia, infatti, viene tradito da una trascrizione integrale, perché manca l’altra parte del discorso, che è l’ascolto, e quelle facce per cui il discorso è fatto e che orientano il discorso. Questo modo di selezionare gli interventi del Papa è molto singolare, molto forte, perché in una struttura di discorso continuativa, questi passaggi hanno l’evidenza proprio di una voce. Si sente l’accento porteño del Papa”.

A sottolineare come le parole di Papa Francesco abbiano la capacità di toccare il cuore di chi lo ascolta è Monica Maggioni, giornalista e direttrice di Rainews:

“E’ tanto efficace, perché poi le persone questa verità la sentono, la verità passa. E in questa verità che passa, c’è la scelta del senso profondo delle cose, rispetto al brusio. Quindi, il messaggio che Papa Bergoglio riesce a mettere in questo nostro palinsesto pieno di cose che fanno brusio è quello che poi dà una chiave di lettura. E Santa Marta è proprio un momento nel quale c’è la scelta di distacco totale rispetto al rumore e c’è la concentrazione del momento di semplicità assoluta, del momento di verità assoluta”.

Questa verità, anche nelle omelie di Santa Marta - pronunciate, di volta in volta, per un uditorio diverso - non si rivolge a una sola categoria di persone, ma ha un respiro globale, come sottolinea il presidente del Senato italiano, Pietro Grasso:

“Io intravedo, dietro la sua comunicazione, il suo modo spontaneo, addirittura una strategia di alta politica, che riguarda tutti i cittadini del mondo. Fedeli, laici, di altre religioni: non ci può essere una persona che non viene toccata, perché i suoi temi sono talmente universali che non possono che riguardare l’uomo. E ha messo al centro l’uomo con le sue debolezze e la sua forza e nel rapporto con Dio”.








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