2014-06-12 19:21:00

I qaedisti alle porte di Baghdad. Obama: pronti all'azione


In Iraq non si arresta la marcia delle milizie qaediste dello Stato islamico dell’Iraq e della Siria,  giunte ormai alle porte della capitale Baghdad. Il premier Al Maliki non è riuscito  a ottenere lo stato di emergenza, mentre gli Stati Uniti si dicono pronti a intervenire.  Servizio di Francesca Sabatinelli

L’avanzata verso Baghdad sembra inarrestabile, i qaedisti si trovano a meno di cento chilometri dalla capitale e stanno conquistando tutto ciò che incontrano sul loro cammino,  avrebbero anche circondato una raffineria di petrolio tra Mossul e Baghdad. Mosul e Tikrit, città conquistate nei giorni scorsi, oggi sono state bombardate dall’aviazione governativa. A Tikirt centinaia di poliziotti sono stati catturati dai qaedisti, mentre a Mosul circa 50 cittadini turchi del consolato sono stati presi in ostaggio, l’Onu ne ha chiesta l’immediata liberazione, così come ha fatto la Nato che al tempo stesso però ha stabilito l’assenza di ruolo dell’Alleanza nella vicenda. Non abbiamo il mandato, ha spiegato il segretario generale Rasmussen. Ankara però minaccia rappresaglie durissime se i suoi cittadini saranno minacciati. Il premier Al Maliki, sciita, non è riuscito a ottenere lo stato di emergenza, mentre la comunità internazionale prende tempo per delineare eventuali interventi. Gli iraniani intendono sostenere l’Iraq nella lotta contro i terroristi ma non hanno ancora definito come, gli Usa stanno valutando una serie di opzioni, sono tutte aperte non si esclude nulla, ha detto il presidente Obama che ha precisato che l’Iraq avrà bisogno di ulteriore assistenza americani, e che gli Stati Uniti sono "pronti ad azioni militari quando sono minacciati gli interessi della sicurezza nazionale" del Paese.  E intanto il prezzo del petrolio è schizzato alle stelle ed è ai massimi da un anno.

 








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