2014-06-11 08:25:00

Ue-Chiese. Card. Marx: rispondere alle attese dei cittadini


“Domande sul futuro dell’Europa e della sua dimensione sociale, alla luce dei risultati delle elezioni europee, del crescente euro-scetticismo, della crisi economica e dell’attacco al Museo ebraico di Bruxelles di pochi giorni fa”: sono fra i temi affrontati all’incontro tra istituzioni Ue e leader delle comunità religiose, secondo una nota diffusa dal segretariato della Comece, il cui presidente, card. Reinhard Marx, era membro della delegazione della Chiesa cattolica, insieme all’arcivescovo di Strasburgo Jean-Pierre Grallet e a Margaret S. Archer, presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali.

Ad accogliere la delegazione i presidenti della Commissione europea e del Consiglio europeo, José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy, e il vicepresidente del Parlamento europeo László Surján. Per il card. Marx - riferisce l'agenzia Sir - “l’Ue riconquisterà la fiducia dei cittadini, se saprà trovare soluzioni concrete ai problemi e alle sfide attuali: la disoccupazione, il cambiamento climatico, la migrazione, i negoziati sull’accordo transatlantico di libero scambio”. Proprio all’accordo transatlantico Usa-Ue, il presidente Comece ha rivolto l’attenzione nel suo intervento, puntualizzando che “il libero scambio comporta sempre la possibilità di una maggiore prosperità, ed è quindi cosa buona. Ma il mercato ha bisogno anche di regole chiare”. 

Per questo, secondo il card. Marx “i due partner transatlantici che, rappresentano l’Occidente coniato dal cristianesimo, possono con un simile accordo promuovere nell’economia globale norme chiare, eticamente fondate”, così che l’accordo diventi “non solo un’opportunità ma una responsabilità speciale”. Tra le questioni etiche che si celano dietro l’accordo commerciale, segnala il presidente Comece, vi è innanzitutto la domanda su chi beneficia dell’accordo stesso: esso “serve il bene comune?”. Ne beneficiano “solo le nazioni ricche, con ancora maggiori benefici a scapito dei Paesi in via di sviluppo ed emergenti? O si riesce con il libero scambio a creare benefici anche per i più vulnerabili del mondo?”. Riferendosi a Jean Monnet, il cardinale tedesco ha ricordato che “l’Europa unita deve essere un contributo a un mondo migliore”, questione che va posta “riguardo a tutte le attività dell’Unione”. (R.P.)








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