2014-06-11 14:10:00

Irlanda: plauso dei vescovi per inchiesta case di accoglienza


Dopo la tragica scoperta di una “fossa comune” a Tuam, nella contea irlandese di Galway dove sono stati rinvenuti i corpi di 796 bimbi, il governo irlandese ha annunciato la decisione di aprire un’inchiesta sulle case gestite soprattutto da istituzioni religiose per ospitare le ragazze madri. La Commissione speciale d’indagine - riferisce l'agenzia Sir - esaminerà gli elevati tassi di mortalità che si sono registrati nelle case di accoglienza nei decenni del XX secolo, le pratiche di sepoltura che si sono utilizzate e anche le adozioni segrete e illegali e le sperimentazioni di vaccini sui bambini. Si stima che siano state circa 35.000 le ragazze madri accolte in una delle 10 case gestite da ordini religiosi in Irlanda. L’inchiesta è stata decisa dopo la macabra scoperta avvenuta appunto in una casa, gestita dalle suore del Bon Secours a Tuam.

Dal canto loro i vescovi irlandesi hanno accolto “con favore” l’annuncio dato ieri dal governo. “Il racconto straziante che continua a emergere sulla vita e sulla morte di madri e bambini nelle case, ha sconvolto il popolo d’Irlanda. È inquietante che i residenti di queste case abbiano sofferto sproporzionatamente alti livelli di mortalità e malnutrizione, malattie e miseria”.

Nel loro secondo giorno di Assemblea plenaria che si sta svolgendo in questi giorni, i vescovi hanno deciso di rivolgere una dichiarazione scritta alla popolazione in cui esprimono pubblicamente un vero e proprio “mea culpa”: “Purtroppo - scrivono i vescovi - ci viene ricordato di un tempo in cui le madri non sposate erano spesso giudicate, stigmatizzate e rifiutate dalla società, compresa la Chiesa. Questa cultura d’isolamento e ostracismo sociale era dura e spietata mentre il Vangelo ci chiama a trattare tutti, in particolare i bambini e le persone più vulnerabili, con dignità, amore, compassione e misericordia. Dobbiamo garantire che tutti i bambini e le loro madri si sentano sempre voluti, accolti e amati”. Per questo motivo, i vescovi sostengono la decisione di avviare una Commissione d’inchiesta: “Abbiamo bisogno di saperne di più su ciò che è accaduto in questo periodo della nostra storia sociale”. 

“Soprattutto - aggiungono i vescovi - dobbiamo rivolgerci a coloro che sono stati direttamente interessati perché ricevano il riconoscimento e il sostegno adeguato”. I vescovi danno pertanto tutto il loro pieno appoggio all’inchiesta che - dicono - “dovrebbe indagare come sono state finanziate queste case e, soprattutto, come sono state organizzate, trattate e seguite le adozioni”. Per facilitare l’inchiesta, i vescovi invitano “tutti coloro che hanno avuto responsabilità nella costituzione, esecuzione o vigilanza nelle case o agenzie di adozione di presentare ogni documento o informazione che possa essere di aiuto. Noi continueremo a lavorare a livello locale per garantire che i siti di sepoltura siano opportunamente contrassegnati in modo che il defunto e le loro famiglie siano riconosciute con dignità e mai essere dimenticati”. (R.P.)








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