2014-06-11 12:34:00

Il Papa contro il lavoro minorile: 168 milioni gli sfruttati


Protezione sociale per le decine di milioni di bambini costretti a lavorare: la chiede il Papa lanciando il suo appello all’udienza generale, in vista della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile che si celebra il 12 giugno. L'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) denuncia: sono 168 milioni i minori coinvolti nel mondo. Le parole di Papa Francesco nel servizio di Fausta Speranza:

“Decine - ascoltate bene - decine di milioni di bambini sono costretti a lavorare in condizioni degradanti, esposti a forme di schiavitù e di sfruttamento, come anche ad abusi, ,altrattamenti e discriminazioni. Auspico vivamente che la Comunità internazionale possa estendere la protezione sociale dei minori per debellare questa piaga. Rinnoviamo tutti il nostro impegno, in particolare le famiglie, per garantire ad ogni bambino e bambina la salvaguardia della sua dignità e la possibilità di una crescita sana. Una fanciullezza serena permette ai bambini di guardare con fiducia alla vita e al futuro.”

Di responsabilità della collettività parla l'Organizzazione internazionale del lavoro. "Estendiamo la protezione sociale: combattiamo il lavoro minorile" è l’obiettivo della campagna 2014. "Sono 168 milioni i bambini – fa sapere l’Ilo  - ancora costretti a lavorare, di cui 85 milioni impiegati in lavori estremamente pericolosi”. Delle condizioni ci parla Furio Rosati, responsabile per le questioni giovanili dell’Ilo:

R. – La gran parte di questi bambini lavora perché appartiene a famiglie molto povere o che sono esposte a rischi di vario tipo: dall’impossibilità di produrre reddito, perché gli adulti sono malati, o a rischi atmosferici o di altro tipo. Quindi, un sistema di protezione sociale che garantisca un minimo di risorse alle famiglie più vulnerabili consente a questi bambini di poter andare a scuola e di non dovere essere costretti a contribuire alla produzione del reddito della famiglia.

R. – Sono esposti a rischi: pensiamo ai bambini che lavorano in agricoltura, dove sono costretti a usare strumenti pericolosi o sostanze chimiche dannose. I bambini che lavorano nell’industria sono ovviamente esposti ai rischi specifici delle diverse produzioni; i bambini che lavorano nel commercio, negli alberghi, lavorano per molte ore, sono esposti al rischio di sfruttamento anche dal punto di vista sessuale, soprattutto le bambine che lavorano a contatto con il pubblico in alberghi, ristoranti, negozi e così via.

C’è da dire che per quanto riguarda i numeri la situazione è migliorata negli ultimi anni: dal 2008 al 2012 i minori che lavorano sono diminuiti di quasi un quarto (da 215 a 178 milioni) e il numero di bambini e ragazzi impiegati in mansioni pericolose si è dimezzato (da 171 a 85 milioni). Ma non basta:

R. – C’è bisogno di rinnovare gli sforzi e incrementarli, perché la comunità internazionale si era data l’obiettivo del 2016 per l’eliminazione delle peggiori forme del lavoro minorile: è un obiettivo che appare molto difficile raggiungere. In generale, per tutti i Paesi che hanno aderito alle Convenzioni internazionali sul lavoro minorile, il lavoro minorile è illegale e dovrebbe essere eliminato. Poi, ci sono bambini e adolescenti che vengono coinvolti direttamente in attività illegali: dallo spaccio della droga allo sfruttamento commerciale-sessuale e così via.








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