2014-06-10 13:48:00

Geopolitica del Mediterraneo: l'atlante di Cesis e Istituto Pio V


Cosa cambiato nel Mediterraneo dopo le "primavere arabe" e come si è sviluppata la politica di cooperazione tra Europa e Paesi nordafricani in relazione ai flussi migratori? Questi gli argomenti approfonditi dall’Atlante geopolitico del Mediterraneo, pubblicato recentemente dall’Istituto di Studi politici “San Pio V” in collaborazione con il Centro Studi internazionali. Il servizio di Elvira Ragosta:

Dall’instabilità della Libia post-Gheddaffi agli sbarchi dei migranti verso l’Italia, dalle rivolte tunisine all’Egitto di Al Sisi, l’Atlante geopolitico del Mediterraneo è un libro di ricerca storica e di analisi politica. Curato da Francesco Anghelone e Andrea Ungari, il volume si apre con un approfondimento sulle competenze dell’Unione Europea in materia di immigrazione e asilo, poi affronta le crisi di Mali, Sudan e Sud Sudan, Paesi che pur non affacciandosi sul Mediterraneo ne condizionano presente e futuro. Andrea Margelletti, presidente del Cesi:

"È il tentativo, non tanto di dare delle risposte – non siamo così presuntuosi – ma perlomeno di dare qualche chiave di lettura diversa per comprendere un mondo e soprattutto il Mediterraneo che è l’ambiente nel quale il nostro Paese è immerso tecnicamente, un ambiente in costante movimento come il mare appunto. Abbiamo cercato con i ricercatori del’Istituto San Pio V e gli analisti del Centro studi internazionali di interpretare le onde di questo mare che, ormai da qualche anno, è sempre più tumultuoso. Sono onde che ci ricordano che essere più ricchi vuol dire avere più doveri e non più diritti. Sono onde che ci ricordano che quotidianamente migliaia di persone cercano di avere una speranza nuova, un’accoglienza diversa dal dolore che loro abbandonano nelle loro terre e nelle loro case. E certamente ci ricordano che in questo momento - e non è la prima volta - l’Italia non è una barriera ma è la porta dell’Europa. Quindi, è un problema europeo che deve essere affrontato da tutti i Paesi europei con lo stesso grado di impegno e responsabilità che sta mettendo il nostro Paese".

L’Atlante comprende anche "Schede Paese", dal Marocco alla Tunisia, passando per il Medio Oriente, dove crescono le speranze di pace, dopo lo storico incontro in Vaticano tra Papa Francesco e i presidenti israeliano e  palestinese. E sugli effetti che la pace in Medio Oriente apporterebbe al Mediterraneo tutto, abbiamo ascoltato il presidente dell’Istituto di Studi politici San PioV, Antonio Iodice:

"Quella pace che noi auspichiamo non solo è un bene per quei popoli - soprattutto per le nuove generazioni - ma è un vantaggio per tutta l’area africana e mediorientale. Lo immagino un grande effetto positivo che come conseguenza, produrrebbe una nuova speranza, perché noi dovremmo capire bene - soprattutto da italiani, da europei, da cattolici - quali sono le frammentazioni del mondo islamico e trovare gli elementi di dialogo, di confronto, perché solo attraverso questa via, questa strada e non quella delle armi, dell’odio e della violenza, è possibile dare serenità a loro, ma anche a tutto il Mediterraneo e all’Europa".








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