2014-06-07 13:02:00

Francesco: la preghiera può tutto, pace per Medio Oriente e mondo intero


Alla vigilia dell’incontro di preghiera per la pace in Vaticano con il presidente israeliano Peres e il presidente palestinese Abbas, Papa Francesco ha lanciato questo tweet con l’hashtag #weprayforpeace: “La preghiera può tutto. Utilizziamola per portare pace al Medio Oriente e al mondo intero”. Questa domenica, l’iniziativa promossa dal Papa, chiamata “Invocazione per la Pace”, a cui parteciperà anche il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, si svolgerà nei Giardini Vaticani a partire dalle 19.00 circa. Un evento storico, particolarmente significativo anche perché cade nella Solennità di Pentecoste. Federico Piana ne ha parlato col presidente di Pax Christi, mons. Giovanni Giudici:

R. – Certamente, perché la missione dello Spirito Santo è di compiere, di portare a pienezza, generando armonia nella comunità, operando la pace nei differenti contesti, tra soggetti diversi. Questo è sempre ciò che la Scrittura Santa ci presenta dello Spirito Santo. E poi viene in mente il bellissimo capitolo 7 del Libro della Sapienza -  questo Spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante... - che ricorda questa capacità dello Spirito Santo di cucire di rapporti, di unire le persone, di fare della nostra vita, della nostra vita sociale – oserei dire – quasi un ricamo.

D. – La preghiera è più forte di qualsiasi iniziativa umana, politica e diplomatica, capace di sbrogliare qualsiasi matassa, anche la più intricata: è davvero così?

R. – Certamente, perché la preghiera è questo appello fatto da ciascuno di noi - e in questo caso da tre personalità così significative - che vi è un Dio prima di noi, che vi è una realtà più grande di noi e questo genera pazienza, aiuto ad avere fiducia; produce uno sguardo diverso e nuovo, anche sull’altro. In un certo senso la preghiera aiuta a vivere questa esperienza mistica, che è il vedere nel mio fratello un’altra presenza, che è la presenza di Dio.

D. – Quali frutti pensa che questo evento possa portare?

R. – Anzitutto è un forte invito alla preghiera, fatto a tutti, cristiani e anche non cristiani, attraverso un simbolismo molto chiaro, che il Papa ha indicato bene nel suo ultimo viaggio in Terra Santa. Lui ha detto: costruire artigianalmente la pace, mediante piccoli-grandi gesti, che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Io penso che questo evento porterà innanzitutto a questa scelta di essere, tutti quanti noi, artigiani della pace nella nostra quotidianità.

 








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