2014-06-06 11:52:00

Nigeria: i vescovi indicono 6 mesi di preghiera per la pace


I vescovi della Nigeria propongono un’iniziativa di preghiera nazionale, da luglio a dicembre, per riportare la pace nel Paese, messa a dura prova delle violenze di Boko Haram. Secondo un comunicato inviato all’agenzia Fides, i vescovi suggeriscono ogni mese un’intenzione particolare di preghiera: a luglio per il rilascio di tutte le persone rapite in Nigeria; ad agosto per coloro che soffrono le conseguenze delle violenze; a settembre per gli agenti delle forze di sicurezza che hanno perso la vita o sono rimasti feriti per difendere il Paese; ad ottobre per l’unità, la pace e il buon governo; a novembre per lo sradicamento della corruzione e la promozione della giustizia; a dicembre per la promozione dei valori familiari, della famiglia e la protezione della vita umana.

Secondo le linee guida suggerite dai vescovi, la preghiera avrà luogo a livello familiare (ogni famiglia è invitata a recitare il Rosario il sabato sera), parrocchiale e diocesano (rosario e adorazione eucaristica l’ultimo sabato del mese) e nazionale, con un pellegrinaggio il 13 e 14 novembre al Centro ecumenico nazionale di Abuja.

Dal canto suo il card. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja ha affermato alla Fides che “il problema di Boko Haram rischia di minare la compattezza delle forze armate nigeriane, soprattutto se si arriva al punto di interpretare quello che avviene nel nord della Nigeria come uno scontro religioso tra cristiani e musulmani”. La stampa locale riporta la notizia che una decina di alti ufficiali e diversi militari di truppa sono stati condannati da una Corte marziale per aver fornito armi e munizioni a Boko Haram.

“Alcuni giornali hanno pubblicato la notizia citando fonti militari, ma l’alto comando delle forze armate l’ha smentita” precisa il card. Onaiyekan. “Sono sicuro che con il tempo sapremo la verità su questo fatto. È chiaro comunque che ci sono dei simpatizzanti di Boko Haram all’interno dell’esercito. È difficile però quantificare quanti siano”. 

“La mia paura - prosegue il cardinale - è che la campagna contro Boko Haram venga vista come un attacco contro l’Islam. Ora Boko Haram vuole proprio questo. Purtroppo anche nel campo cristiano ci sono coloro che tendono a presentare la lotta a Boko Haram come uno scontro tra cristiani e musulmani. Si tratta di una visione molto pericolosa, che potrebbe minare la compattezza delle forze dell’ordine. Nell’esercito convivono cristiani e musulmani che finora hanno agito uniti, come militari delle nostre forze armate”. (R.P.)








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