2014-06-05 14:09:00

Maestri cattolici: bene il no del ministro Giannini a opuscoli Unar


“Siamo molto soddisfatti della decisione del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini di introdurre nuove linee guida contro il bullismo nelle scuole”. A dirlo è Rossella Musto, presidente dell’Associazione maestri cattolici italiani. Il ministro ha preso anche le distanze dagli opuscoli dell’Unar “Educare alla diversità a scuola”, costati 300.000 euro e distribuiti senza il parere delle associazioni dei genitori. Sentiamo la stessa Musto al microfono di Maria Gabriella Lanza:

R. – Condividiamo appieno la decisione. Noi, come Associazione italiana maestri cattolici, siamo stati sempre impegnati in prima linea a combattere ogni forma di discriminazione: di sesso, di razza, di lingua, di religione. Noi siamo per l’inclusione e quindi il rispetto delle diversità. Ben venga, dunque, l’indicazione del ministro Giannini e siamo disponibili appunto a collaborare a questo tavolo.

D. – Il Ministero dell’Istruzione ha preso le distanze dagli opuscoli dell’Unar “Educare alla diversità a scuola”, costati 300 mila euro. Cosa non andava in quegli opuscoli?

R. – In quegli opuscoli non andava l’approccio didattico educativo. E’ come se ci fosse stata una graduatoria, rispetto alle forme di lotta alla discriminazione. Per noi non esistono serie A e serie B. Noi inseriamo quel discorso all’interno di una vasta gamma di espressioni, che possono appunto rappresentare razzismo, aggressione sociale, bullismo, ma all’interno di queste azioni di devianza e di non rispetto della persona rientrano altre situazioni e categorie, come la religione, oltre al sesso, la lingua, le opinioni politiche. Noi consideriamo che quegli opuscoli avessero in qualche modo dato una visione un po’ privilegiata e particolare, per cui chi non si trovava in quelle condizioni non andava considerato più un soggetto da tutelare contro ogni forma di discriminazione, rispetto anche a quello che è un approccio all’educazione sessuale, perché per noi l’educazione sessuale è un’educazione che rientra in un discorso di valori e quindi dei valori dell’amore e della famiglia. Noi consideriamo un’espressione affettiva fatta di valori, legata appunto ad una concezione cristiana che ci caratterizza, e non la scorporiamo da una dimensione affettiva, emotiva, fondata sui valori della dignità umana.

D. – Il ministro ha annunciato che questa volta saranno coinvolte anche le associazioni dei genitori. Cosa sperate da queste nuove linee guida?

R. – Io spero che non vengano accolte solo le associazioni dei genitori, ma anche le associazioni professionali dei docenti, in maniera tale che le linee guida possano essere il risultato di una sinergia di lavoro, dove l’espressione educativa, emotiva, affettiva della famiglia possa trovare poi, nell’ambito di un’azione didattica inclusiva, attraverso le associazioni professionali, questo tipo di approccio. Questo ci aspettiamo: che diventi un discorso globale, legato appunto all’educazione alla cittadinanza attiva. 








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