2014-06-04 20:07:00

Presto a casa i missionari vicentini rapiti in Camerun


Torneranno a casa con i loro parenti, dopo aver risposto alle domande del pm in Procura a Roma, i missionari vicentini liberati in Camerun dopo 52 giorni di prigionia don Gianpaolo Marta e don Gianantonio Allegri. E per la Diocesi di Vicenza, pronta ad accoglierli e dalla forte vocazione missionaria, si aprono ora importanti interrogativi sul futuro della missione. Come sottolineato dallo stesso Vescovo Beniamino Pizziol.Il servizio di Karemi Furlani:

Pensano di essere stati trasportati fino in Nigeria, hanno mangiato tante minestre e sapevano di non poter scappare perché hanno capito che tutta la zona era sotto controllo. Alla loro liberazione in Camerun i missionari vicentini don Gianpaolo Marta e don Gianantonio Allegri si sono stupiti di aver trovato ancora don Maurizio Bolzon e don Leopoldo Rossi gli altri due preti fidei donum della diocesi di Vicenza rimasti, seppur nella tensione del momento, ad attendere i loro confratelli. Una felice conclusione per quanto riguarda le sorti dei missionari ma resta il duro colpo al cuore dello spirito missionario vicentino che per ora non potrà protrarre la presenza di missionari in Camerun. C'è preoccupazione nelle parole del vescovo Beniamino Pizziol:

“Tra poco i riflettori si spegneranno. Che cosa farà la Chiesa di Vicenza di fronte a questa vicenda dolorosa e drammatica? E l’altra domanda ancora più radicale è questa: cosa hanno ottenuto le persone che hanno messo in atto questo rapimento? Uso il titolo di un film: hanno ottenuto un pugno dollari? Hanno ottenuto un riconoscimento politico? Forse questo era un motivo. Hanno creato disturbo al governo centrale? Ma mi chiedo ancora: verso gli africani veri, quelli che sperano in un futuro più dignitoso, hanno ottenuto ad esempio una forza uscita di molti missionari “fidei donum”, di molte missionarie. E che ricaduta avrà questa uscita forzata? La mia prima risposta che rischia di essere un’azione che si ritorce contro di loro. Rispetto alla promozione della pace, dello sviluppo e della democrazia si compie un passo indietro”. 








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