2014-06-04 16:02:00

Bufera giudiziaria a Venezia: arrestato sindaco Orsoni ed ex ministro Galan


Bufera giudiziaria a Venezia nell’ambito della cosiddetta inchiesta sul Mose, l’imponente opera pubblica in corso da anni per la salvaguardia della città. Arrestati il sindaco Giorgio Orsoni ed altre 34 persone tra cui l’ex ministro Giancarlo Galan. Il servizio di Roberta Gisotti

Ennesimo scandalo di corruzione, concussione e riciclaggio, queste le ipotesi di reato configurate dagli inquirenti, che hanno portato all’arresto del primo cittadino di Venezia, Giorgio Orsoni, del Partito democratico di altre 34 persone, 25 sono in carcere, 10 ai domiciliari, tra cui il sindaco. Richiesta d’arresto anche per l’ex governatore del Veneto e ministro nel governo Berlusconi, Giancarlo Galan, oggi deputato di Forza Italia. Gli indagati sono un centinaio. L’inchiesta sul Mose - la serie di dighe mobili nella laguna di Venezia destinate ad essere completate entro la fine del 2016, con una spesa di 5 miliardi – ha preso avvio da un’altra d’indagine su presunte mazzette relative ad opere autostradali lungo la A4, che avevano coinvolto Lino Brentan, che dopo aver patteggiato la pena ora risulta tra gli arrestati nella nuova inchiesta, focalizzata sui fondi neri creati da Piergiorgio Baita ai vertici della Mantovani, società leader nel sistema Mose e nel Consorzio “Venezia Nuova”, di cui è stato arrestato il presidente Giovanni Mazzacurati.

“Siamo amareggiati e avviliti” è il commento di Luigi Brugnaro,  imprenditore veneto, membro del Direttivo nazionale di Confindustria, intervistato da Luca Collodi.

 "Sta venendo a galla un sistema di malaffare". "Siamo amareggiati e avviliti. Soprattutto per la figura che sta facendo la città di Venezia" e l'Italia. "Sembra la ripetizione  di Milano con l'Expo. Certo non bisogna fermare le grandi opere in Italia, l'Expo a Milano e il Mose a Venezia". "Aspettiamo che la Magistratura faccia luce sulla vicenda e chi ha sbagliato paghi". Tuttavia, "la costruzione del Mose non può essere fermata". Deve andare avanti. "La corruzione in Italia esiste perchè nel Paese non emerge la meritocrazia". "Mettiamo a far politica degli incompetenti, della gente inetta, persone che per emergere hanno bisogno di ricorrere alla corruzione". "L'Italia, continua Brugnaro, deve far emergere il meglio, i capaci, chi ha idee. Non può vincere sempre l'amico dell'amico o l'amico del partito". E quanto sta avvenendo, lasciando alla Magistratura il compito di appurare la verità, "non deve bloccare lo sviluppo del Paese. E come società civile cercheremo di denunciare chi ruba e froda". 

 

 

 








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