2014-06-03 17:09:00

Quattro anni fa l'uccisione di Mons. Padovese in Turchia


Il 3 giugno 2010 Iskenderun fu ucciso a coltellate Mons. Luigi Padovese, Vicario Apostolico di Anatolia. Il sicario fu il suo autista. Coloro che lo hanno conosciuto lo ricordano come uomo buono, umile, sorridente, profondo, persona di pace e di preghiera. 

"Persona di grande cultura, ha saputo inserirsi davvero bene in un contesto difficile", così lo ricorda Roberto Ugolini, un cristiano che vive in Turchia. "Aveva buoni rapporti sia con i cristiani che con le autorità. Molte persone lo stimavano e gli volevano bene. La sua spiritualità poteva essere accolta benissimo anche dai musulmani. Estremamente calmo, parlava con serenità perché amava profondamente la sua scelta di fede e, amandola, la viveva con sicurezza senza imporre nulla a nessuno. Lo vedevamo solo ogni tanto, data la distanza geografica che ci separava, ma sempre quando lo incontravamo si mostrava sempre accogliente". 

Ai nostri microfoni anche Paolo Pugliese ofmcap, a Efeso dal 2009. Spiega come "la terra di Turchia abbia ospitato tante convivenze, dal profondo significato storico, fin dalle origini della Chiesa". E, sulla scia dei messaggi di Papa Francesco in Terra Santa, il padre cappuccino sottolinea che le parole di Bergoglio potranno risuonare anche in Turchia proprio pensando al senso di solidarietà che esprimono con le piccole comunità di minoranza che là vivono, come in tutto il Medio Oriente. 

Maria Grazia Zambon vive da tredici anni ad Ankara, a servizio dei circa quattrocento cristiani lì presenti. "Nel giorno in cui si fa memoria di San Giovanni XXIII, che fu Delegato Apostolico in Turchia, ricordiamo ciò che lui diceva a proposito della Chiesa in questa terra: 'è una Chiesa - diceva - di reliquie e di semi. E questo - spiega Zambon - vale ancora oggi. E’ un laboratorio di fedi a livello di dialogo ecumenico, non lasciamo sprecare queste occasioni e queste sfide". Da qui l'appello a inviare al più presto nel sud del Paese - ancora senza un vescovo -  una guida, "perché le comunità cristiane si sentono un gregge senza pastore. La fatica più grossa è proprio questa. Già si vive in una condizione di minoranza, è amaro sentirsi dimenticati".

 








All the contents on this site are copyrighted ©.