2014-06-02 11:51:00

A Ramallah governo tecnico con appoggio di Hamas e Fatah


 

Hamas si felicita della formazione del nuovo governo palestinese. ''E' il governo dell'intero popolo palestinese',' ha detto un portavoce. L’esecutivo ha giurato oggi a Ramallah, in Cisgiordania con il sostegno esterno di Hamas e di al Fatah. Da parte sua Israele ha deciso di astenersi da ogni negoziato con il nuovo governo e ha fatto sapere che riterrà responsabile l'Autorità nazionale palestinese per ''ogni razzo sparato da Gaza''. Pronti a collaborare con l’esecutivo palestinese invece si sono detti gli Stati Uniti. Fausta Speranza  ha intervistato Claudio Lo Jacono, direttore della rivista "Oriente moderno":

R. - E’ l’unica via possibile per l’autorità nazionale palestinese per superare una situazione di guerra civile aperta, com’è stata per un certo periodo, o di separati armati in casa, con una parte di Abu Mazen al controllo di una parte della Cisgiordania e con Hamas al controllo di Gaza. Era l’unica via possibile per poter essere credibili, presentarsi in modo unitario nelle eventuali e sempre più difficili trattative.

D. - Che dire della posizione di Israele di fronte a questo governo tecnico?

R. - Nel momento in cui ha “digerito” con grandissima difficoltà un dialogo con il Facts - Fatah, l’Olp - l'Organizzazione per la liberazione della Palestina - ha sempre esplicitamente avversato qualsiasi dialogo con Hamas, qualificata da una parte del mondo occidentale - Stati Uniti in testa - come organizzazione terroristica, e che ha effettivamente compiuto attentati terroristici come li hanno compiuti anche il Facts e varie organizzazioni palestinesi di resistenza. Per cui, il suo atteggiamento è quello di chiudere totalmente qualsiasi minimo spiraglio - e lo spiraglio è veramente minimo da anni - nel momento in cui Hamas, sia pure non direttamente, partecipi al governo dell’Autorità nazionale palestinese. Dunque, l’atteggiamento di Israele sarà probabilmente quello di costruire ancora più case per i coloni. E ha già detto che bloccherà i flussi economici che deve versare e che usa sempre come arma per pressioni politiche. Il nuovo governo, quindi, dovrà stare estremamente attento a non fornire, con fatti eclatanti, giustificazioni ulteriori a Israele, che però ha già detto che, salvo nel campo della sicurezza, sarà totalmente ostile.

D. - Guardando, invece, all’interno del mondo palestinese, la “coabitazione” di Hamas ed al Fatah sarà facile?

R. - Non è facile ma, come dicevo prima, era inevitabile. Era assolutamente non sensato sperare di avere udienza a livello internazionale nel momento in cui in casa propria si è divisi. La divisione è sempre un elemento di fortissima debolezza e di scarsa credibilità. Questo governo di unità palestinese ha obiettivi minimali, cioè di arrivare in qualche modo a un "mini-Stato" palestinese che non sia soltanto dipendente dalla buona volontà di Israele. Sul fatto che sia realizzabile, sono molto pessimista.

 








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