2014-06-01 16:47:00

Campane a festa a Vicenza per la liberazione dei religiosi rapiti


Campane a festa, questa domenica alle 19.30, in tutta la diocesi di Vicenza per la liberazione dei due sacerdoti vicentini "fidei  donum" don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri e di suor Gilberte Bussier rapiti in Camerun lo scorso 4 aprile. Soddisfazione in un tweet viene espressa anche dal premier italiano Renzi.  Il giorno prima, in un clima di commozione, una veglia di preghiera era stata presieduta dal  vescovo di Vicenza, mons. Beniamino Pizziol. Paolo Ondarza gli ha chiesto come sia stata accolta la notizia:

R. – Con gli stessi sentimenti di fede e di speranza che ci hanno animati in quasi due mesi. A Monte Berico, la diocesi è stata invitata a una veglia di preghiera per la liberazione dei nostri due sacerdoti, compresa la suora canadese – suor Gilberte. Sabato sera si poteva constatare che c’era il pianto, come dice il Salmo: “alla sera sopraggiunge il pianto, al mattino ecco la gioia”. Poi, la mattina dopo, alle 6.30, una telefonata mi ha avvisato che erano ormai nel cammino della liberazione, non ancora giunti a Maroua, però era ormai sicuro che sarebbero stati finalmente liberi. E quindi la gioia è stata intensa: quando l’ho comunicato ad una comunità dove sono andato a celebrare la Messa della domenica, questa è esplosa in un applauso liberatorio, di gioia, di soddisfazione e di grande riconoscenza al Signore e a tutti quelli che si sono prodigati per la loro liberazione.

D. – Questi due lunghi mesi sono stati scanditi da tante veglie di preghiera, nella vostra diocesi …

R. – Loro erano stati rapiti il 4 aprile e il 4 maggio abbiamo fatto una veglia; il 31 maggio, a conclusione del mese mariano, ne abbiamo fatto una seconda ma poi, a livello delle parrocchie, da dove provengono questi sacerdoti, la preghiera è stata non direi quotidiana, ma oraria: cioè, ora per ora, in ricordo di questi nostri fratelli.

D. – La sua gente ha mai perso la speranza?

R. – Direi di no, anche perché io stesso dicevo: “Il Signore ce li restituirà!”. Un po’ avevamo anche le esperienze precedenti. Io avevo telefonato per Georges, quel prete francese che si trovava nella stessa diocesi dei nostri sacerdoti, la diocesi di Maroua-Mokolo, in Camerun. Però, sa, ai giorni d’oggi non si può mai sapere … Poi, ultimamente, come voi sapete, si era complicata la situazione tra il Nord Camerun e la Nigeria, con il rapimento delle ragazze e con il rapimento, anche, di dieci cinesi. Quindi, il timore c’era ma la speranza è stata molto più grande.

D. – Avete avuto dettagli ulteriori sul sequestro dei vostri sacerdoti?

R. – Assolutamente no. Andrò a riceverli all’aeroporto di Roma, penso a Fiumicino … Forse saranno loro che ci potranno dire qualcosa; forse le autorità sapranno di più … che io sappia, non c’è stata una rivendicazione da parte del movimento di Boko Haram, però può essere: non posso saperlo …

D. – Non ha avuto modo di sentirli?

R. – Eh no, no: questo no. Loro, in questo momento, sono nella capitale del Camerun, a Yaoundé: questo sì, l’ho saputo, perché ho altri due sacerdoti lì che li hanno accolti, salutati; li hanno visti un po’ dimagriti ma sostanzialmente, insomma, ancora in salute. Loro, questa domenica, resteranno a disposizione delle autorità camerunensi.

D. – E per quanto riguarda i parenti: lei era in contatto con loro?

R. – Oh, quello è stato un contatto continuo. Sabato sera c’erano le sorelle e i fratelli di don Giampaolo, perché don Gianantonio ha solo dei cugini … Li ho salutati e ho detto: “Speriamo!”, anche se io avevo avuto delle comunicazioni che le cose stavano procedendo verso il meglio.

D. – La presenza dei sacerdoti fidei donum vicentini in Camerun proseguirà?

R. – Questo non lo sappiamo, perché eravamo d’accordo che una volta liberati i nostri due amici, anche gli altri due sarebbero ritornati e quindi ritorneranno qui, a Vicenza. E poi, insieme ai miei collaboratori e con loro stessi, dobbiamo prendere delle decisioni. In questo momento, molti missionari bianchi sono partiti dal Nord Camerun.

D. – Ecco, adesso è il momento della festa. Avete pensato a iniziative di ringraziamento?

R. – Sì: io ho fatto comunicare che alle 19.30 tutte le campane della diocesi – sono 354 parrocchie – suoneranno a festa. Ecco: quello è il momento comunitario.








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