2014-05-31 07:46:00

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella Solennità dell’Ascensione del Signore, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù risorto, prima di salire nella gloria dei cieli, dice ai discepoli:

«Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato».

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

“L’Ascensione fa celebrare il Signore crocifisso e sepolto, risorto al terzo giorno, glorificato, esaltato alla destra del Padre dal quale è ‘assunto’ (ma anche ascende di sua divina potenza personale), al fine di esercitare il suo culto sacerdotale eterno di lode e di azione di grazie, ma anche di intercessione epicletica; questa, intesa ad ottenere lo Spirito Santo del Padre e suo per gli uomini redenti” (T. Federici). Il brano del Vangelo, la conclusione del Vangelo di Matteo, esalta cinque momenti che danno senso a tutta l’opera compiuta dal Signore. Innanzitutto, afferma che il Padre ha messo nelle sue mani la missione salvifica: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra”; e questa missione ora egli consegna ai suoi discepoli: “Andate”, si tratta di rompere ogni barriera culturale e religiosa; “Fate discepoli tutti i popoli”, si tratta di formare un “nuovo popolo di popoli”; “Battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, gli apostoli portano con sé la rivelazione di questo nome divino di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo; “Insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”, annunciano agli uomini tutta la rivelazione di Dio, che porta con sé anche la stessa rivelazione dell’uomo. Si può intuire ciò che l’uomo è per davvero solo alla luce questa rivelazione di Dio: solo nel mistero del Verbo incarnato, proclama la Gaudium et Spes (n. 22), si “illumina veramente” il mistero dell’uomo. E il Signore lascia ai suoi apostoli il sigillo divino della sua presenza accanto ad essi e in essi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.








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