2014-05-30 07:46:00

Ucraina: escalation del conflitto, aiuti da Mosca ai separatisti


Nuova escalation nei combattimenti tra esercito di Kiev e ribelli nell'Est dell’Ucraina. A Slovyansk i miliziani hanno abbattuto un elicottero governativo provocando la morte di 14 militari ucraini. Intanto, la Russia annuncia che garantirà aiuti umanitari all'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Si infiamma nell’Ucraina dell'Est il conflitto tra forze governative e separatisti filo-russi. Nelle ultime ore, un elicottero dell'aviazione di Kiev è stato abbattuto nei pressi di Slovyansk. Quattordici le vittime tra i militari ucraini, tra loro anche un generale. Secondo i ribelli, gli elicotteri abbattuti sarebbero due, ma al momento non c’è alcuna conferma. Intanto la Russia chiede ai Paesi occidentali di evitare che l’Ucraina precipiti nella catastrofe e annuncia che garantirà aiuti umanitari all'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. “E' certo che li manderemo – ha affermato il portavoce del Cremlino – ma non posso dire nulla su quelli militari, si deve chiedere all'Esercito”. Per Kiev si tratta solo di "propaganda". D’altra parte, si combatte di nuovo anche nella regione di Lugansk, dove negli ultimi giorni c’era stata una tregua. Anche a Kharkov, la tensione è altissima con i filorussi scesi in piazza a manifestare contro l’offensiva militare di Kiev.

Sul fronte diplomatico, si attende ancora la liberazione di 4 osservatori Osce arrestati dalle milizie di Slovyansk, di cui non si hanno notizie da giorni. Un ulteriore segno di deterioramento della situazione sul terreno che, secondo fonti Usa, vedrebbe anche l’ingresso di guerriglieri dalla Cecenia. Il capo della diplomazia americana Kerry, dal canto suo, ha invitato nuovamente il suo omologo russo Lavrov a interrompere il sostegno ai separatisti filorussi e a dialogare con Petro Poroshenko, il neoeletto presidente che giurerà il prossimo 7 giugno. Unica notizia positiva, nelle ultime 24, ore è il ritiro delle truppe russe, ammassate ai confini con l’Ucraina. Una decisone che va incontro alle richieste di distensione da parte dell’Occidente e di Washington in particolare.








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