2014-05-28 20:04:00

Ue respinge "Uno di Noi". "Deficit di democrazia" secondo Movimento Vita


Un deficit di democrazia. Il Movimento per la Vita italiano definisce così la decisione della Commissione Europea di non dare seguito alla richiesta, avanzata con 1,7 milioni di firme dall'iniziativa popolare  “Uno di noi”, di presentare all’Europarlamento una proposta legislativa per bloccare i finanziamenti alle ricerche che prevedano la distruzione di embrioni umani. Secondo la Commissione, “l'esistente quadro di finanziamento è appropriato”. Delusione ma anche determinazione a proseguire nell’impegno per il riconoscimento giuridico dell'essere umano concepito e non nato vengono espresse da Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, al microfono di Paolo Ondarza:

R. - Purtroppo, è avvenuto quello che si temeva. Temevamo che la Commissione non si pronunciasse prima delle elezioni, perché era timorosa di aumentare la sfiducia verso l’Europa, rigettando uno strumento che ha proprio lo scopo di aumentare la democrazia in Europa. A elezioni concluse ha provveduto a dire: “Io non farò nulla. E non farò nulla perché tutto va già bene!”. Ora, in realtà queste sono parole false, ipocrite, che ancora una volta sono un mezzo con cui si evita il dialogo. Il problema della difesa della vita oggi è  quello di riuscire a parlare e dialogare con chi la pensa diversamente, mentre invece si può impedire di affrontare la questione o con l’invito, l’insulto o con l’artifizio di parole che non dicono la verità.

D. - Secondo la Commissione europea, “la ricerca sulle cellule staminali e embrionali è unica e può portare alla scoperta di cure fondamentali per salvare delle vite”, per questo - sostiene -  non si procederà con l’iter legislativo, ma si continuerà ad "applicare le regole etiche fin qui usate nella difesa dell’uomo e degli embrioni”. Questo recita il testo ufficiale…

R. - Questa è un’arrogante menzogna, perché noi abbiamo dimostrato e lo ha dimostrato la scienza. Pensiamo al premio Nobel di Yamanaka, uno studioso giapponese che ha scoperto il ringiovanimento delle cellule staminali adulte: è stato accertato che le cellule staminali embrionali non servono a nulla. Sono soldi buttati e dunque c’è una offesa non solo alla verità, ma anche a un sano criterio economico che dice che i soldi devono essere utilizzati bene, non per cose inutili.

D. - 1. 730.000 firme. di fatto sono anche di più, ma quelle convalidate si attestano attorno a questa cifra, valgono qualcosa…

R. - Bisognerebbe riavviare immediatamente una seconda iniziativa e vedere che cosa succede, perché io non mi rassegno.

D. - Come Movimento per la vita e anche come Comitato "Uno di noi", come vi muoverete a questo punto? Quali sono le vostre richieste al nuovo parlamento europeo?

R. - Noi insisteremo, cercheremo la pronuncia del parlamento in cui si chiedano le cose che noi abbiamo inserito nella richiesta. Certo, è molto difficile. Bisognerà vedere come sarà composto questo parlamento. E' un lavoro lungo, molto più lungo di quello che sarebbe stato se la Commissione avesse deciso di presentare una sua iniziativa. Comunque, l’iniziativa è stata un momento di riflessione, di ripensamento su questa domanda, che poi è quella centrale: l’uomo è uomo fin dal concepimento, oppure no? Questa è la grande questione. In sostanza, la Commissione come al solito ha evitato di rispondere, non ha detto: “Noi non accogliamo le vostre richieste perché dicono stupidaggini: l’embrione non è uno di noi”. Non ha detto questo. Ha detto: “No, non ce n’è bisogno, perché già lo facciamo, è già così, che cosa volete…”. Queste sono risposte oblique, evasive, che impediscono di proporre la domanda fondamentale che è quella che già se venisse accolta, farebbe presagire la vittoria della vita, perché non si può rispondere che non è uno di noi. Nel dubbio, vale il principio per la vita.








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