2014-05-27 16:36:00

Ultimatum del governo ucraino ai miliziani filorussi


In Ucraina la città di Donetsk, nella parte orientale del Paese, continua ad essere scossa da sanguinosi scontri. I miliziani filorussi denunciano che le vittime dei combattimenti scoppiati nelle ultime 24 ore sono almeno 100, in gran parte civili. Altre fonti parlano di 40 vittime. Le autorità di Kiev hanno lanciato, intanto, un ultimatum ai separatisti filorussi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

“Lasciate la città o verrete colpiti”. “Resa o morte”. E’ questo l’ultimatum, prossimo alla scadenza, lanciato dal governo ucraino ai miliziani filorussi che non intendono lasciare la città di Donetsk. Poco prima di questo ultimatum, le autorità dell’autoproclamata “Repubblica popolare di Donetsk” avevano diramato un ordine di evacuazione per i civili in alcune zone della città. Intanto, mentre alcune Ong russe chiedono la creazione di corridoi umanitari, il ministro degli Esteri estone ha riferito che quattro osservatori dell’Osce, giunti nel Paese per monitorare le elezioni presidenziali di domenica scorsa, sono stati arrestati da miliziani filo-russi. La Casa Bianca ha reso noto inoltre che il presidente americano, Barack Obama, ha chiamato il neoeletto presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, offrendogli “il pieno sostegno degli Stati Uniti”. Verranno infine trasferite a Kiev le salme del giornalista italiano Andrea Rocchelli e del suo interprete russo Andrey Mironov uccisi sabato scorso da colpi di mortaio.

In questo scenario preoccupa l’aumento degli sfollati interni in Ucraina, come conferma al microfono di Paolo Ondarza la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, Carlotta Sami:

R. - Le ultime notizie parlano di un aggravarsi degli scontri fra l’esercito ucraino e i ribelli pro- Russia, quindi la situazione si fa estremamente grave e chiaramente sta aumentando il numero di persone civili in fuga da quella zona. Purtroppo, anche persone che erano già fuggite dalla Crimea verso l’est adesso si trovano a dover scappare per una seconda volta. Una tragedia interna che sta toccando migliaia di persone al momento.

D. - Chi sono gli sfollati di cui stiamo parlando?

R. - Fino a pochi giorni fa, abbiamo potuto rilevare circa 10 imila persone. In effetti le persone che non sono ancora state identificate e registrate come sfollati, ma che in realtà si stanno muovendo potrebbero essere molte di più. Ci sono diverse famiglie: noi abbiamo provveduto già a fornire assistenza ad almeno 150 famiglie, un aiuto economico ad almeno duemila presone e a sistemare 50 famiglie in nuove località. Diciamo che i flussi di queste persone sono iniziati già a marzo. La popolazione è principalmente di etnia tartara, ma stanno aumentando anche gli ucraini, i russi e le famiglie che comunque hanno una composizione mista. Tra di loro, almeno un terzo sono bambini. Si tratta di persone che stanno cercando di fuggire verso l’Ucraina centrale e verso l’Ucraina occidentale. Purtroppo, se questo conflitto interno non smette di peggiorare, avremo anche ulteriori movimenti secondari.

D. - Quale l’appello dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati al nuovo presidente dell’Ucraina, Poroshenko?

R. - Il nostro appello è che ci si preoccupi e che si metta come priorità la protezione di coloro che sono stati costretti a fuggire dalle proprie case in questi giorni e che si stanno spostando in altre città: che si dia loro accoglienza, che non si ostacolino i loro movimenti e che, soprattutto, non vengano messi ulteriormente a rischio considerando anche l’alto numero di bambini. Quindi, speriamo che venga fatto ancora uno sforzo maggiore per far sì che coloro che poi si spostano da una parte all’altra del Paese, effettivamente possano godere degli stessi diritti dei cittadini ucraini. Questa è una situazione che monitoriamo molto da vicino e su cui stiamo collaborando anche con organizzazioni non governative nel Paese. Temiamo possa peggiorare nelle prossime settimane.








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