2014-05-24 19:36:00

Il Papa: il Medio Oriente ha bisogno di gesti di riconciliazione


Sulle orme dei suoi predecessori, Papa Francesco ha iniziato oggi il suo pellegrinaggio in Terra Santa dalla Giordania, terra del Battesimo di Gesù. Ospite d’onore del Regno hashemita, il vescovo di Roma ha partecipato alla cerimonia di benvenuto al Palazzo reale e ha poi celebrato Messa nello stadio della capitale giordana davanti a più di 30 mila fedeli. Da Amman, il servizio del nostro inviato, Fabio Colagrande:

Accolto con tutti gli onori e in un clima di gioia, Francesco ha cominciato oggi il suo secondo viaggio apostolico, il quarto di un Pontefice in Terra Santa. E’ giunto come messaggero di pace in una terra al centro di tutte le tensioni mediorientali. Per incoraggiare l’impegno per la convivenza pacifica e il dialogo interreligioso del re di Giordania e incoraggiare e confermare nella fede la piccola comunità cristiana.

Dopo l’incontro con le autorità, dal palazzo Al-Husseuini, Francesco si è recato direttamente all’International stadium dove ha celebrato la Santa Messa preceduta da un festoso bagno di folla. Un evento religioso qui molto atteso, a cui hanno partecipato più di 30 mila fedeli, tra i quali molti rifugiati, e 1.200 bambini che hanno ricevuto la prima comunione. Una liturgia gioiosa e colorata, punteggiata da suggestivi canti in arabo. Nell’omelia, dedicata alla pace, il Papa ha commentato la promessa di Gesù agli Apostoli di inviare lo Spirito Santo e la discesa dello Spirito sul Figlio di Dio al momento del suo Battesimo, proprio qui sulle rive del Giordano. Lo Spirito, ha detto il Papa, compie tre azioni: “Prepara, unge e invia”. Prepara Gesù, fin da quando è nel grembo di Maria, alla sua missione di salvezza. Unge Gesù e i suoi discepoli perché favoriscano la pace e la comunione:

“Con l’unzione dello Spirito, la nostra umanità viene segnata dalla santità di Gesù Cristo e ci rende capaci di amare i fratelli con lo stesso amore con cui Dio ci ama. Pertanto, è necessario porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazione. Questi gesti sono premessa e condizione per una pace vera, solida e duratura”.

E infine lo Spirito invia. E noi, come Gesù, siamo inviati come messaggeri di pace. “Quanto bisogno ha il mondo di noi come messaggeri di pace!”, ha affermato Francesco. “La pace è un dono da ricercare pazientemente e costruire ‘artigianalmente’ e si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue”.

In mattinata, durante l’incontro con le autorità nel palazzo reale di Amman, il Papa ha ricevuto il saluto dal Re Abdallah II, che ha sottolineato l’impegno di Francesco nel dialogo con i musulmani come pontefice, vero ‘costruttore di ponti’. Il Re, ricordando di essere discendente diretto dal Profeta Maometto ha ribadito il suo impegno per promuovere il vero volto dell’islam e la protezione di tutti i luoghi santi, Gerusalemme compresa.

Nel suo discorso, Francesco ha ricordato la generosa accoglienza che il Paese, anche attraverso la Caritas locale, presta a rifugiati di diversa nazionalità, soprattutto siriani, chiedendo alla comunità internazionale di aiutare la Giordania. Si è poi riferito alla situazione politica di tensione della regione mediorientale, chiedendo una soluzione urgente per la crisi siriana e per il conflitto israeliano-palestinese.

Francesco ha poi espresso la sua stima per la comunità musulmana il suo apprezzamento per l’impegno del Re per la promozione di una comprensione adeguata dell’islam e una convivenza serena tra cristiani e musulmani, definendolo un vero ‘uomo di pace’.

Riferendosi poi alle piccole comunità cristiane locali, afflitte come ha ricordato il patriarca Fouad Twal da un’emigrazione che rappresenta una vera “emorragia umana”, Francesco le ha definite “pienamente inserite nella società” sottolineando l’importanza del rispetto della libertà religiosa:

“Pur essendo oggi numericamente minoritarie, esse hanno modo di svolgere una qualificata e apprezzata azione in campo educativo e sanitario, mediante scuole ed ospedali, e possono professare con tranquillità la loro fede, nel rispetto della libertà religiosa, che è un fondamentale diritto umano e che auspico vivamente venga tenuto in grande considerazione in ogni parte del Medio Oriente e del mondo intero”.

In chiusura il Papa ha rivolto un augurio di pace e di prosperità al Regno di Giordania con l’auspicio che il viaggio incrementi le buone relazioni interreligiose nel Paese.

Da Amman, Fabio Colagrande, Radio Vaticana.








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