2014-05-24 13:07:00

Elezioni in Ucraina, vigilia tormentata dagli scontri


Vigilia di sangue per le elezioni presidenziali in Ucraina. Un leader dei filorussi è stato ucciso in un attentato rivendicato dal candidato nazionalista Liashko. Il voto, dunque, è caratterizzato da un clima di alta tensione che getta ombre sulla validità delle elezioni da un punto di vista degli standard internazionali. Stesse perplessità sono state espresse dal presidente russo Vladimir Putin che, tuttavia, intende rispettare la scelta del popolo ucraino. Grande favorito per la vittoria il magnate del cioccolato Petro Poroshenko. Gianmichele Laino ha intervistato Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana:

R. – E’ un’elezione che si svolge, mentre una parte del Paese è in piena guerra civile. Abbiamo visto che i dati ormai parlano di 150 morti: si può parlare di una guerra civile, con una regione che si è staccata e che non voterà. Facendo un calcolo molto sommario, considerando i due milioni di abitanti della Crimea, considerando che la sola Donetsk ha quasi un milione e mezzo di abitanti, considerate tutte le difficoltà, il 10 per cento degli ucraini almeno non parteciperà alle votazioni, non perché non andrà a votare o si asterrà, ma perché proprio non può. E’ un po’ difficile considerare regolare quest’elezione.

D. – Proteste, dunque, e boicottaggi potrebbero condizionare il voto?

R. – Il voto è già deciso. Il presidente sarà Petro Poroshenko, l’ennesimo miliardario, che si succederà alla guida dell’Ucraina, questa volta dietro il paravento della democrazia.

D. – E’ lui il leader che in questo momento serve all’Ucraina?

R. – Quello che serve all’Ucraina non è ben chiaro. E’ chiarissimo invece chi controlla l’Ucraina ed è un ristretto pugno di oligarchi – un centinaio di persone – che vengono tutte dalle città dell’Est, Donetsk e Dnipropetrovsk, e che dagli anni ’90 sono, di fatto, i padroni del Paese, della politica e dell’economia. Poroshenko è il più recente di una lunga lista.

D. – Putin ha detto che rispetterà la scelta del popolo ucraino, pur esprimendo riserve sulla legittimità del voto. La sua affermazione è dovuta all’esito dei sondaggi, appunto, che darebbero in testa Poroshenko, che sembra aver assunto una posizione più conciliante rispetto alla Russia?

R. – Io credo che Putin non abbia alcun interesse a non avere un interlocutore preciso, chiunque esso sia. Un interlocutore per Putin, quindi, è meglio di nessun interlocutore. Inoltre Putin sa benissimo quello che dicevo un attimo fa: in Ucraina non è una questione di sinistra, destra, democrazia, dittatura, è semplicemente una questione di rinnovare gli equilibri al vertice, che sono sempre stati decisi da questo ristretto gruppo di oligarchi dell’economia, cui Poroshenko appartiene. Poroshenko è noto per essere il re del cioccolato, per le industrie dolciarie, ma ha interessi nel petrolio, nell’industria automobilistica e nei media. Quindi Putin sa che con un interlocutore così potrà in qualche modo parlare e vedere di trovare un’intesa.








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