2014-05-23 13:51:00

Ucraina: nuovi scontri tra militari di Kiev e filorussi


A due giorni dalle elezioni presidenziali, nell’Ucraina dell’Est è di nuovo scontro aperto tra le truppe di Kiev e i ribelli pro-russi. Oggi si contano almeno cinque vittime nei combattimenti tra i battaglioni irregolari ucraini e le milizie filo-russe nei pressi di Donetsk. Solo ieri 17 soldati di Kiev hanno perso la vita in diversi agguati dei ribelli. “In Ucraina è in corso una guerra civile senza quartiere”, afferma il presidente russo Putin, scagliandosi ancora contro le sanzioni occidentali. Il premier ucraino Iatseniuk accusa Mosca di voler far fallire le elezioni. L’Onu lancia un appello a tutte le parti a creare le condizioni per un voto sicuro. Ma come si collega questa nuova ondata di violenze all’approssimarsi del voto? Marco Guerra lo ha chiesto all’inviato del Corriere della Sera, Francesco Battistini:

R. – Sicuramente c’è il gioco di alzare la tensione. Putin l’aveva già fatto capire all’inizio delle tensioni ad Est e ha mantenuto la promessa. Anche il cosiddetto smantellamento delle truppe sul confine è da leggersi in chiave elettorale. Mosca ha già detto che il risultato del voto deve essere valutato con attenzione, non per nulla ha fatto saltare il vertice con la Nato, che era previsto due giorni dopo il voto, cioè martedì. Sono chiaramente tutti segnali che legano l’alzarsi della tensione ad Est con le elezioni di Kiev.

D. – La Russia ha detto che elaborerà una posizione sul riconoscimento o meno delle elezioni ucraine, dopo il voto del 25 maggio. Come va letta questa dichiarazione?

R. – Con lo stop and go che caratterizza la strategia di Putin, nel senso che i russi hanno deciso di mantenere una guerra a lenta combustione nello scenario ucraino, anche perché, di fatto, quello che succede dimostra che in alcuni frangenti la situazione gli sta sfuggendo di mano. Prende tempo quindi e tiene alta la tensione.

D. – Sul terreno resta un Paese spaccato in due. Questo consentirà un normale svolgimento delle elezioni? Quali ripercussioni è possibile prevedere?

R. – Probabilmente non un normale svolgimento. Sarebbe necessario un team di osservatori internazionali molto più corposo di quello che è stato dispiegato, che probabilmente svolgerà una funzione più di rappresentanza che di altro. Ci sono zone completamente fuori controllo, dove le autorità ucraine non hanno alcuna possibilità di incidere. Non sarà probabilmente un voto regolare. Forse l’interesse di tutti, a seconda del risultato, potrebbe essere quello di dire che il voto, tutto sommato, ha funzionato e la questione è chiusa.

D. – Gli scontri hanno distolto le attenzioni sull’appuntamento elettorale. Chi sono i favoriti alla poltrona di presidente e che campagna elettorale è stata?

R. – Il personaggio favorito resta Proshenko, cioè il miliardario che, di fatto, è sempre stato dietro al movimento di Maidan, quello che ha scatenato la rivolta contro Yanukovich. Lui è un uomo che esce dall’entourage di Yanukovich, il principale artefice dell’avvicinamento dell’Ucraina al patto di adesione all’Unione Europea, anzi lo negoziò lui personalmente; è anche l’uomo politicamente più strutturato, molto più di altri candidati, che appaiono molto più leggeri. Questo per dire che la vittoria di Proshenko potrebbe essere pronosticata, anche se le incognite sono molte e legate alla regolarità del voto.








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