2014-05-23 14:27:00

Mons. Tomasi: Convenzione tortura, riconosciuto impegno Santa Sede


Sono state pubblicate (il 23 maggio) a Ginevra le conclusioni del Comitato Onu sul “Rapporto Iniziale” della Santa Sede sulla Convenzione contro la Tortura (Cat) presentato il 5 e 6 maggio da una delegazione vaticana. Si tratta della procedura ordinaria seguita da tutti gli Stati aderenti alla Convenzione (155 in tutto), alla quale la Santa Sede ha aderito nel 2002 a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano. Il servizio di Sergio Centofanti:

Le conclusioni del Comitato Onu contro la tortura riconoscono i “risultati molti positivi” degli sforzi compiuti dalla Santa Sede per conformarsi alla Convenzione: è quanto rileva il capo della delegazione vaticana, mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso gli Uffici Onu di Ginevra. Ci sono anche alcuni rilievi critici, in riferimento alla questione degli abusi su minori da parte di esponenti del clero. Tra l’altro, le osservazioni conclusive del Comitato – dice il presule – pur riconoscendo che la Convenzione si applica allo Stato della Città del Vaticano, danno l'impressione che tutti i sacerdoti del mondo siano considerati dipendenti della Santa Sede, cosa che – afferma mons. Tomasi – non è accettabile. Ma ascoltiamo il commento di mons. Tomasi alle conclusioni del Comitato Onu:

R. – Le osservazioni conclusive mettono in risalto che in questi ultimi anni è stato fatto un lavoro capillare non solo per applicare i principi della Convenzione contro la tortura, ma anche per prevenire la questione degli abusi sessuali sui minori. Il Comitato ha mostrato apprezzamento per il dialogo costruttivo che la delegazione ha avuto con gli esperti di questa Commissione e ha una parola di apprezzamento anche per quanto ha fatto e detto Papa Francesco in difesa dei diritti umani. In sostanza, direi che questo Rapporto, a differenza – per esempio – di quello del gennaio scorso riguardo alla Convenzione sui diritti dei bambini, è un rapporto più professionale e più giuridico.

D. – Dunque, c’è un chiaro riconoscimento da parte del Comitato Onu…

R. – C’è un riconoscimento del grande lavoro fatto, che non si tratta solo di pii desideri ma che sono state prese forti decisioni e questo la Commissione l’ha notato, osservando per esempio che 848 preti sono stati ridotti allo stato laicale e altri 2.500 sottoposti a sanzioni minori ma severe, per mostrare che si sta facendo un lavoro sistematico di pulizia nella casa-Chiesa. Quindi, c’è questo aspetto di riconoscimento positivo. Ci sono critiche che si riferiscono in parte a stili di procedere che sono relegati al passato, e delle richieste di ulteriori informazioni che la Santa Sede prenderà in seria considerazione e alle quali cercherà di rispondere per il prossimo appuntamento, che sarà tra un anno per quanto riguarda le risposte con queste ulteriori chiarificazioni e informazioni che la Commissione chiede.

D. – Quali tra le osservazioni ritiene da recepire in modo particolare?

R. – Il fatto che la Commissione chiede che ci sia una totale indipendenza da parte di coloro che sono responsabili di investigare su accuse di pedofilia: è un’osservazione che certamente verrà presa in seria considerazione.

D. – Un cammino di impegno sempre più forte da parte della Chiesa, contro gli abusi …

R. – Questo cammino continua ad essere rafforzato. C’è una nuova cultura all’interno della Chiesa, anche e non solo da parte delle autorità, ma nel sentire comune, di fare tutto il possibile per rispondere al danno che è stato fatto, per prevenire in modo che non venga ripetuto e mettere alle nostre spalle questo capitolo triste, che è il comportamento di alcune persone legate alla Chiesa, e puntare invece su un rinnovamento del servizio pastorale e dell’evangelizzazione, in modo che ci sia una più chiara fedeltà al messaggio del Vangelo.








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