2014-05-23 08:06:00

Golpe Thailandia: allarme internazionale. Convocati gli ex governativi


A meno di 24 ore dal golpe, la Thailandia ha un nuovo capo di governo militare e aspetta le prossime mosse della giunta. Perquisizioni e arresti, in particolare di filo-governativi sono in corso da ieri in diverse città. Radio e televisioni trasmettono solo proclami e musiche patriottiche, censurati i giornali, a rischio i social network. Ultimo atto in queste ore la convocazione di oltre 100 rappresentanti dei partiti di governo e opposizione e l’interdizione per l’ex premier Yingluck Shinawatra di lasciare il Paese. Da Bangkok Stefano Vecchia:

Con l'acquisizione della carica di primo ministro, questa mattina al termine della prima notte di coprifuoco nella Thailandia sotto colpo di stato militare, il comandante dell'esercito, generale Prayuth Chan-ocha, ha definitivamente messo fine all'amministrazione civile nel paese.Il golpe di ieri resta al momento senza un'opposizione sostanziale. Smantellati i due raduni di anti e filo-governativi nella capitale, l'intervento militare è stato salutato dai primi come un successo della loro linea che aveva al centro la caduta del governo guidato fino a due settimane fa da Yingluck Shinawatra.

Proprio la signora Shinawatra, con altri 20 esponenti della sua famiglia e del partito di maggioranza governativa, sono tra i 114 personaggi convocati questa mattina dalla giunta militare, inclusi i membri del governo sciolto d'autorità. Potrebbe essere una mossa per comunicare le decisioni già prese, oppure un tentativo di costringere tutte le parti in causa nella crisi a parlarsi. C'è anche il timore, però di un arresto collettivo, come quello che ieri ha colpito i leader dei principali partiti di governo e di opposizione, convocati per un meeting dai militari insieme ai capi  dei movimenti di protesta di opposte tendenze, ma arrestati alla proclamazione del golpe e ancora detenuti in una località ignota.

L'incontro, previsto per le 10 ora locale (le 5 del mattino in Italia) non è ancora iniziato. Intanto, mentre una pesante censura è calata sui mass media, cresce la condanna internazionale del colpo di stato, ancor più perché arrivato inatteso dopo le garanzie offerte solo due giorni fa che l'escludevano. Il presidente francese Hollande, il ministro degli Esteri britannico Hague e molti altri hanno chiesto il ripristino dello stato di diritto, elezioni in tempi brevi e moderazione. Il segretario alla Difesa statunitense John Kerry, oltre a esprimere il disaccordo di Washington, ha chiarito che il golpe apre a una revisione dei rapporti militari tra i due paesi, tradizionalmente alleati. Preoccupazione e attenzione anche da nazioni vicine come Malaysia, Singapore, Filippine che temono una crisi profonda nel paese che è parte integrante del percorso di integrazione regionale.

Quali dunque potrebbero essere ora le mosse del generale Prayuth Chan-ocha  e con quali effetti nello scacchiere internazionale? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Francesco Sisci corrispondente per l’area del Sole 24 ore:

R. – Questo generale per mesi ha detto che non avrebbe fatto il colpo di Stato e poi lo ha fatto. Quindi, non si sa bene cosa abbia in mente: se, prima o poi, si vorrà tornare alle elezioni e chi sarà a governare, un generale o un altro; inoltre, quali saranno le misure per rilanciare l’economia, o se aboliranno completamente il parlamento e ogni forma di democrazia e libertà.

D. – Nel mondo asiatico questo cosa può significare e penso anche alla reazione degli Stati Uniti che hanno già detto che rivedranno la cooperazione militare con la Thailandia. Dunque, quali gli effetti e le ripercussioni?

R. – Sono quelli di grande instabilità, anche per la Cina e per il Giappone che non sono votati alla democrazia, però preferiscono che in Thailandia vi sia un assetto stabile. Poi, naturalmente, l’intervento così prepotente dei militari è un incoraggiamento all’azione militare in Paesi vicini, dove la situazione politica non è stabile, come la Birmania ma anche le Filippine, o l’Indonesia. 

 

 








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