Europee,nelle campagne elettorali ignorate le vere emergenze

Crisi economica, disoccupazione, aumento delle disuguaglianze, impennata dei nazionalismi: eccoli alcuni dei mille problemi da risolvere per chi guiderà l'Europa nei prossimi cinque anni. Eppure in quasi tutte le campagne elettorali degli Stati membri sembra aver prevalso l'attenzione per i temi di politica interna, per quelli legati alla stabilità dei singoli governi e per le beghe in questo o in quell'altro schieramento.

"Insomma- spiega il prof. Alberto Quadro Curzio, economista di fama internazionale e accademico dei Lincei- ad ignorare, nella tornata elettorale, le vere emergenze sono state più le rappresentanze politiche che quelle economiche e sociali. Perchè associazioni imprenditoriali e di cittadini, sindacati e movimenti avevano da tempo stilato documenti nei quali sono indicate le priorità che l'Europa dovrebbe scegliere per rilanciare sopratutto crescita ed occupazione". 

Raccomandazioni e suggerimenti che però sono rimasti quasi tutti nei cassetti, non sono entrati nell'agenda dei candidati europei, impegnati sopratutto su questioni nazionali. Ammette amaramente Gianni Bottalico, presidente delle Acli:"Purtroppo la politica europea è fatta dalla somma delle politiche dei singoli Stati. E questo è un limite. Che dovremo superare".

E non è un caso se a spaventare sia l'astensionismo. Secondo alcuni studi, a recarsi alle urne, alla fine, sarà una minoranza. Ma questo, assicura Roberto Mazzotta, presidente dell'Istituto Luigi Sturzo, non ci deve preoccupare più di tanto:"Siamo- spiega- in una fase di passaggio nella quale, per evitare di tornare indietro nel progetto di costruzione europea, si debbono prevedere forme di integrazione politica sempre più accentuate".

In sostanza, bisogna passare dagli accordi economici tra gli Stati e le burocrazie ad un'intesa di popoli e questo, conclude Mazzotta, "non si potrà fare senza idealità, progetti e classi dirigenti credibili".

(Federico Piana- Alessandro Guarasci)