2014-05-22 07:46:00

Accordo Russia-Cina su forniture gas, Ue chiede garanzie a Putin


La crisi ucraina spinge la Russia a riposizionarsi in campo energetico e geopolitico. Ieri, infatti, Mosca e Pechino hanno firmato a Shanghai uno storico accordo per una fornitura trentennale di gas, del valore di 400 miliardi di dollari. Intanto, l’Unione Europea chiede nuovamente a Putin garanzie sulle forniture di gas ai Paesi del Vecchio Continente. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Il più “grosso contratto della storia dell’industria del gas”. Con queste parole, Vladimir Putin ha definito l’accordo siglato a Shangai alla presenza dello stesso presidente russo e dell’omologo cinese Xi Jinping. L’intesa, hanno sottolineato i vertici di Gazprom, vale 400 miliardi di dollari e prevede una fornitura trentennale di 38 miliardi di metri cubi l’anno a partire dal 2018. L’accordo è frutto della crisi ucraina e soprattutto delle sanzioni da parte dell’Occidente. Con questa mossa, infatti, il Cremlino ha riposizionato la Russia a livello energetico e geopolitico, divaricando ancor di più le distanze dall’Europa. 

Di qui, la preoccupazione di Bruxelles: il presidente della Commissione europea, Manuel Barroso, ha preannunciato un pacchetto di misure per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. Ed ha rinnovato la richiesta a Putin di non interrompere le forniture di gas finché sono in corso le discussioni a tre (UE, Russia, Ucraina) sul debito di Kiev per il metano russo. Intanto, nelle ultime ore, il vicepresidente Usa, Joe Biden, ha minacciato nuove sanzioni contro la Russia se Mosca boicotterà le presidenziali ucraine del 25 maggio. La crisi ucraina diventa, dunque, sempre più una sfida economica oltre che politica. Del resto, sempre a Shangai, Putin ha annunciato l’apertura di colloqui per la costruzione di un nuovo gasdotto che collegherà i giacimenti della Siberia alla Cina occidentale. Una vera svolta nei rapporti, non solo energetici, tra i due giganti asiatici.








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