2014-05-21 08:39:00

Bombe sul nord della Siria in attesa delle presidenziali di giugno


In Siria si avvicinano le elezioni presidenziali del 3 giugno prossimo, convocate dal governo del capo dello Stato Assad e considerate una farsa dall’opposizione. L’Iran sta valutando l’ipotesi di inviare suoi osservatori a Damasco per il voto. Intanto sul terreno continuano le violenze soprattutto nella zona di Aleppo. Il servizio di Marina Calculli:

Le bombe piovono ancora sul nord della Siria. Ieri è toccato alla cittadina di Aazaz, mentre gli elicotteri hanno aperto il fuoco sulla provincia di Aleppo. Si dà la caccia ai “terroristi” – i ribelli, secondo il vocabolario del regime – soprattutto dopo l’esplosione dell’hotel Carlton che ha provocato la morte di diversi ufficiali dell’esercito. Inoltre ieri alcuni membri dell’opposizione hanno nuovamente accusato il regime di aver usato bombe al cloro nel villaggio di Kfar Zeita. Ma la frammentazione sulla guerra e in particolare la distanza tra i laici e i militanti jihadisti spacca anche l’opposizione in esilio.

Ieri si è dimesso Asad Mustafa, ministro della difesa dell’opposizione, ex membro del regime e disertore. Mustafa ha giustificato le sue dimissioni dicendo che la guerra sta andando a favore degli islamisti e di Bashar al-Asad. Intanto in attasa delle elezioni presidenziali del 3 giugno, l’Iran ha annunciato di voler inviare osservatori per supervisionare lo scrutinio, mentre la Russia promette che opporrà il veto di fronte alla proposta sostenuta da 58 paesi di deferire i membri del regime alla Corte Penale Internazionale. 








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