2014-05-21 15:33:00

Assemblea Cei. Mons. Giusti: Papa chiede di ascoltare oppressi


Proseguono in Vaticano i lavori dell’Assemblea generale dei vescovi italiani, aperti l'altro ieri da Papa Francesco con l’invito a ricercare la comunione, perché “nulla - ha detto rivolto ai presuli - giustifica la divisione”. Quindi il richiamo ad essere ogni giorno “semplici nello stile di vita, distaccati, poveri e misericordiosi”. Il servizio di Roberta Gisotti:

“Il Papa ci ha presi per mano”, ha commentato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella sua relazione d’apertura, indicando le sfida per superare la crisi “non solo economica – ha sottolineato Francesco – ma spirituale e culturale”. Ma quale eco alle parole del Papa? Mons. Simone Giusti, vescovo di Livorno:

R. – Nella misura in cui sappiamo farci prossimi, come dice il Papa, sappiamo vivere le condizioni di quel poveraccio sulla via di Gerico e sappiamo sentire il grido dell’oppresso, il grido del povero, allora si spazzano via le burocrazie e tutta una serie di resistenze e blocchi di potere che impediscono, ad esempio, di poter avere un’amministrazione a servizio dei più deboli, dei più poveri. Ma pensiamo a quanti sprechi ci sono ancora oggi nella vita politica, nella vita amministrativa delle nostre città, dei nostri Comuni! Io vengo da una città dove si può vedere che una grande struttura demaniale va a ramengo perché, a livello politico, questo darebbe noia: mettere in gioco tutto questo disturberebbe una serie di equilibri di potere. E allora, si vede che non c’è l’interesse per il povero: c’è l’interesse, ancora una volta, di conservare e portare avanti giochi di potere, come è emerso nell’Expo di Milano, dove si vede ancora una volta come si cerchi di conservare posizioni di potere e non si è ancora capito che la gente non ne può più! E’ questo che vuole anche il Santo Padre: che noi ci facciamo voce di chi non ha voce e quasi siamo gli agenti promotori di una lobby, sì, ma per i poveri: che porti avanti i poveri senza farsi largo con i poveri.

D. – Francesco ha anche raccomandato di essere ogni giorno “semplici nello stile di vita, distaccati, poveri e misericordiosi”, che è poi quello che forse desidera anche ogni fedele…

R. – Ogni fedele, ma soprattutto lo vuole il Buon Dio, per cui penso che quanto ci ha richiamato il Santo Padre nel suo discorso è stata una splendida meditazione sulla spiritualità del cristiano e in particolar modo del vescovo, il quale dev’essere esempio di ogni virtù proprio perché manifesta Cristo in una diocesi. I tratti che ha dato ricordano le tante meditazioni che, ad esempio, ci faceva il padre spirituale del mio seminario: che prima si parla con la testimonianza della vita e poi con le parole.

D. – Il Papa ha parlato anche di sacerdoti spesso provati e scoraggiati e di fedeli portati in questi nostri tempi al catastrofismo e alla rassegnazione…

R. – Sì, c’è una cultura apocalittica: basti vedere anche il dibattito politico! Siamo sempre all’ultima spiaggia! Allora occorre, semmai, comprendere che il segreto del cristiano è la speranza, ma la speranza è Cristo, è lo Spirito: mica siamo noi!








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