2014-05-20 09:16:00

Manila: concluso il Congresso panasiatico sulla famiglia


Il destino dei popoli dell’Asia è strettamente legato a quello delle sue famiglie. Per questo, come la Chiesa, anche i governi sono chiamati a difendere e a promuovere l’autentico sviluppo dell’istituto familiare oggi così continuamente sotto attacco. È quanto si afferma nel documento conclusivo del Congresso panasiatico sulla famiglia, svoltosi la scorsa settimana a Manila e organizzato dalla Conferenza episcopale filippina in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Famiglia. Tema: “Famiglie dell’Asia, luci di speranza”.

L’evento si inquadra nel trentesimo anniversario della Carta dei diritti della famiglia, il documento del dicastero vaticano sulla famiglia cristiana, e in vista del prossimo Sinodo dei vescovi dedicato sempre alla famiglia. Proprio nelle Filippine, la Conferenza episcopale si è a lungo confrontata con le autorità statali per contrastare l’approvazione di una contestata legge sulla salute riproduttiva. Ad aprire i lavori della Conferenza è stato il vescovo segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Jean Laffitte; presenti esponenti del mondo della Chiesa, religiosi e laici, provenienti da Indonesia, Laos, Cambogia, Thailandia, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Taiwan.

A tutti i partecipanti si è rivolto il nunzio apostolico Giuseppe Pinto, che ha letto il messaggio del Papa, a firma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, nel quale si è sottolineato il passaggio dell’Evangelii gaudium che definisce la famiglia come “cellula fondamentale della società” e il “luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri”. In questa prospettiva, il documento finale dell’incontro asiatico elenca le sfide e le minacce che mettono a dura prova l’esistenza stessa della famiglia. “Negli ultimi cinquant’anni - si legge nel testo - il mondo ha subito grandi cambiamenti in ambito economico, sociale, politico, culturale e religioso. La famiglia è stata la principale beneficiaria e la vittima di questi cambiamenti, che sono diventati sfide alle famiglie in tutto il mondo”.

Un particolare aspetto messo in luce è la povertà che affligge miliardi di persone nel continente asiatico. “La povertà è il terreno fertile per pornografia, crimini informatici, prostituzione, traffico di esseri umani, schiavitù e altre pratiche che disumanizzano e dividono i membri delle famiglie. La povertà - prosegue il documento - ha spinto anche le persone a cercare mezzi di sussistenza che separano mariti e mogli e questi dai loro figli. Così, la povertà ha portato alla distruzione delle famiglie”. Poi, “ad aggravare le minacce alla famiglia - conclude - sono i governi e altre istituzioni sociali che militano contro la vita e la famiglia attraverso misure coercitive che vanno contro i diritti di individui, coppie e famiglie”. (D.D.)








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