2014-05-19 14:13:00

Il Papa ai vescovi messicani: vivete la fede senza complessi


Vivete la fede “con coerenza e senza complessi” per migliorare un contesto sociale segnato da “numerose violenze”. Lo indica Papa Francesco nel discorso consegnato ai vescovi del Messico, ricevuti in udienza in occasione della loro visita ad Limina. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Lo sguardo del Papa latinoamericano è come un oceano di comprensione. Il Messico, afferma all’inizio del suo discorso, è intimamente cristiano e se si ignora questo non si può comprendere sul serio nessun Paese dell’America Latina. Ciononostante, la Chiesa locale deve compiere sforzi enormi per incidere in un tessuto dove, sopra la radice di una fede innata, è andata crescendo e solidificandosi una incrostazione di problemi socialmente gravi. “Conosco – scrive Papa Francesco ai presuli – le vostre fatiche per i bisognosi, per quelli senza risorse, i disoccupati, coloro che lavorano in condizioni subumane, senza accesso ai servizi sociali, immigrati in cerca di migliori condizioni di vita, gli agricoltori... So della vostra preoccupazione per le vittime del narcotraffico e per i gruppi sociali più vulnerabili, e dell'impegno per i diritti umani e lo sviluppo integrale della persona”. E sul punto, esprime a braccio con i presuli radunati in Sala Clementina questa considerazione:

"Cuando vos no podéis arreglar las cosas con el hijo…

Quando non si riuscite a risolvere le cose con il figlio andate dalla Madre, che risolverà le cose… Credo che Maria non vi lascerà soli di fronte a tanti problemi, così dolorosi: parte dei suoi figli che attraversano la frontiera, tutti i problemi delle migrazioni, quelli che non arrivano dall’altra parte… Ci sono figli che muoiono, figli che sono morti per la mano di sicari ingaggiati… Tutti questi problemi seri… E poi la droga che è una cosa che soffrite molto seriamente”.

Lo sguardo di Papa Francesco è attento anche alle realtà interne della Chiesa messicana. Nel discorso consegnato ai presuli, parla dei laici, del fatto che “la missione della Chiesa non può prescindere” dal loro contributo e che quindi hanno bisogno di essere formati perché anche grazie a loro diventi “visibile la dimensione pubblica della fede”. Da ruolo dei laici a quello delle famiglie, riaffermate come entità fondamentali per la trasmissione della fede in un periodo in cui essa fa fatica a diffondersi. Vi incoraggio, è l’esortazione del Papa ai vescovi, “a intensificare pastorale familiare – sicuramente il valore più caro per i nostri popoli – perché, di fronte alla cultura disumanizzante della morte, sia sostenitrice della cultura del rispetto per la vita in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale”.

Le ultime riflessioni sono in particolare per la valorizzazione del “potenziale della pietà popolare” e sull’importanza delle parrocchie, perché lì – dice Papa Francesco – si insegni a vivere la fede “con coerenza e senza complessi nella società attuale”. Il tutto viene poi suggellato dalla raccomandazione, quella di custodire sempre la doppia trascendenza”:

“Trascender en la oración al Señor: ...

La prima trascendenza è nella preghiera al Signore: non dimenticate la preghiera. E’ il negoziare dei vescovi con Dio per il proprio popolo. Non lo dimenticate! E la seconda trascendenza, la vicinanza al proprio popolo”.








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