2014-05-17 10:44:00

I giovani della Cambogia all’incontro con il Papa in Corea del Sud


Anche trenta giovani cambogiani prenderanno parte alla sesta edizione della Giornata della Gioventù Asiatica, in programma dal 10 al 17 agosto a Daejeon, in Corea del Sud, alla presenza di Papa Francesco. Lo rende noto, in una lunga intervista rilasciata a Eglise d’Asie, mons. Enrique Figaredo, presidente di Caritas Cambogia. “Si tratterà di un momento molto importante per la nostra comunità – spiega il presule – In un Paese in cui i cattolici sono circa 20mila su 15 milioni di abitanti, entrare in contatto con una grande folla di giovani cristiani sarà un’esperienza unica a livello spirituale”. A guidare la delegazione dei trenta ragazzi cambogiani sarà mons. Olivier Schmitthaeusler, vicario apostolico di Phnom Penh.

L’incontro di Daejeon, sottolinea ancora il presidente di Caritas Cambogia, offrirà ai giovani la possibilità di “sperimentare il corpo mistico rappresentato dal popolo di Dio riunito nella sua Chiesa”. E la presenza del Papa renderà l’avvenimento “molto più di un semplice evento”. Evidenziando, quindi, “il dinamismo” dei giovani cambogiani, mons. Figaredo ne richiama “l’attitudine al dialogo” e “la speranza” che essi portano con sé, come indizi per un futuro migliore del Paese.

Nella lunga intervista, infatti, il presule enumera le tante difficoltà in cui vive la Cambogia, a partire dalla povertà, che colpisce la maggior parte della popolazione. “Si tratta di una povertà endemica – spiega mons. Figaredo – perché la ricchezza si concentra nelle mani di pochi e l’uomo della strada non ne vede i frutti”. Altro problema, continua il presule, è quello delle migrazioni che spingono i giovani a 

lasciare i centri rurali ed a cercare fortuna nelle grandi città, con tutte le difficoltà di inserimento sociale che questo comporta.

 

In tale scenario, tuttavia, sottolinea ancora il presidente di Caritas Cambogia, le comunità cattoliche diventano “come delle famiglie” in cui si sperimenta la solidarietà. “Quando sono arrivato nel Paese, nel 2000 – racconta mons. Figaredo – i registri parrocchiali indicavano in tutto circa 3mila cattolici, mentre oggi se ne contano 6mila”. Una crescita spiegabile con il fatto che “la Chiesa è un centro vitale in cui incontrare gli altri e sperimentare quella gioia e quella felicità che derivano da Gesù”. Infine, il presule esprime l’auspicio che i giovani cambogiani, “assetati di giustizia, desiderosi di vedere rispettati i diritti umani e stanchi della corruzione”, possano rilanciare il Paese. (I.P.)








All the contents on this site are copyrighted ©.