2014-05-17 12:02:00

Gli insegnamenti del Vaticano II un "faro" per il laicato cattolico


“Chiesa e comunità politica a cinquant’anni dal Concilio”. È il tema del convegno che si è svolto a Roma nell’ Aula Magna dell’Università La Sapienza, in omaggio al cinquantesimo di sacerdozio e il venticinquesimo di episcopato del cardinal vicario Agostino Vallini, che in passato ha svolto il ruolo di docente di Diritto canonico. Ma quanto sono attuali gli insegnamenti del Concilio nella società di oggi? Marina Tomarro lo ha chiesto a Giuseppe Dalla Torre, rettore della Libera Università Maria Santissima Assunta:

R. – Il messaggio del Vaticano II è attualissimo. Il vero problema è che oggi non è ben conosciuto e conosciuto dappertutto. Il momento di entusiasmo è stato seguito poi dalla nascita di nuove generazioni, che non hanno vissuto quel periodo, non hanno avuto quell’esperienza e che occorre introdurre nuovamente agli insegnamenti del Concilio.

D. – Il Concilio Vaticano II invitava i laici ad un impegno nella vita politica. Oggi quanto è importante questo, secondo lei?

R. – Questo è molto importante e ancora più importante, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, l’Italia, che non 50 anni fa. Il vero problema è quello di fare, appunto, attraverso una conoscenza e una riflessione approfondita dei testi del Concilio, crescere la sensibilità e il senso di responsabilità del laicato cattolico circa il compito che il Concilio gli affida, quello dell’animazione cristiana dell’ordine temporale e quindi anche quello dell’impegno nella politica, che in senso alto e in senso nobile è l’arte di cercare il bene comune.

E il Concilio Vaticano II, tra le altre cose, mise in evidenza anche la questione della laicità dello Stato rispetto alla religione. Ma qual è la differenza tra uno Stato e una società laica? Il cardinale Luis Maria Martinez Sistac, arcivescovo di Barcellona:

R. – La distinzione tra Stato laico e società laica è una distinzione importante. Lo Stato è laico e deve essere laico, perché la società è formata da persone che sono credenti e non credenti e vivono insieme in una convivenza sociale e vivono anche la religione in mezzo alla società. Ma la società non può essere laica, perché se fosse laica sarebbe laicismo, sarebbe togliere dalla società l’espressione religiosa.

D. – Quali sono i segni che appaiono in una società che comincia a diventare laica, secondo lei?

R. – Per esempio: togliere la cappella nell’ospedale, usare i templi per esposizioni, per concerti, senza rispettare il senso religioso di un tempio. Non accettare facilmente che i cattolici possano dire qualcosa che faccia riferimento alla dignità della persona umana, ai diritti fondamentali e ridurre la religione alla coscienza.

E, durante l’incontro, i giuristi delle Università statali e pontificie romane hanno omaggiato il cardinael vicari,o Agostino Vallini, di un volume con le loro riflessioni sul tema “Chiesa e comunità politica a 50 anni dal Concilio”. Ascoltiamo il commento del porporato:

R. – Intanto, è un grande onore che un gruppo così folto di ricercatori, di professori abbiano creduto nel progetto, promosso dalla Pastorale universitaria della nostra diocesi, di potersi riunire in un contributo così interessante. Per me è un onore. Credo poi che sia l’occasione anche per promuovere negli studi giuridici una dimensione un po’ più ampia, rispetto alle scuole delle singole università. Questa è una cosa molto positiva.








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