Mons. Pellegrini su Electrolux: ha prevalso il dialogo
Soddisfazione di sindacati e governo per la firma dell’accordo di ieri per l’Electrolux.
Sono state esclusi delocalizzazioni e licenziamenti e al contempo vengono garantiti
150 milioni di investimenti negli stabilimenti di Porcia, in provincia di Pordenone,
Susegana, Solaro e Forlì che danno lavoro a oltre 6 mila persone fino al 2017. Alessandro
Guarasci ne ha parlato con il vescovo di Concordia-Pordenone, mons. Giuseppe
Pellegrini:
R. – Possiamo
dire che è stata una vittoria di un dialogo che non si è mai chiuso. Tutte le diverse
istituzioni – almeno in questo caso lo Stato, la Regione ma anche l’azienda, gli operai,
i sindacati – hanno cercato di tenere sempre aperta la porta del dialogo. Qui, è stata
anche la piena valorizzazione delle persone e questo c’è quando ci si mette tutti
attorno a un tavolo: si parla, ci si confronta e ci si ascolta.
D. – Per una
vertenza che si chiude, ce ne sono tante altre aperte: pensiamo a quella della Ideal
Standard. Sembra ci sia un accordo per la cassa integrazione, ma questa è solo una
notizia parzialmente positiva…
R. – Se da una parte la Regione, insieme con
gli operai, sta cercando un dialogo per intuire qualche possibile prospettiva, invece
da parte dell’azienda si rischia di non avere questa porta aperta, proprio perché
spesso preoccupati solo del profitto e non, invece, anche delle realtà che ci sono
dietro. Anche lì, ci sono 400 persone, 400 famiglie che da mesi – da mesi! – stanno
soffrendo. Le soluzioni potrebbero anche esserci, ma non si capisce perché queste
vengano sempre tralasciate.
D. – Secondo lei, manca proprio un progetto più
ampio per rilanciare il Nordest in Italia?
R. – Purtroppo, in questi anni anche
qui, nel Nordest, c’è stato un modo sbagliato di fare sviluppo: si pensava solo alla
produzione, si pensava solo al denaro invece di pensare anche ad altre possibilità,
ad altre opportunità. Per esempio, alla valorizzazione un po’ più precisa e un po’
più concreta del territorio. La valorizzazione, anche, delle nostre tipicità e dei
nostri prodotti locali… Invece, si è andati solo verso una prospettiva di uno sviluppo
sfrenato ed eccessivo e adesso, purtroppo, ne stiamo pagando le conseguenze.