Udienza generale. Il Papa: i santi nascosti ci insegnano cosa sia il dono della fortezza
Sono i santi “nascosti” nella Chiesa quelli che insegnano cosa sia il dono divino
della “fortezza”. È stato questo il pensiero centrale della catechesi svolta da Papa
Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro, davanti a oltre 60 mila persone.
Combattiamo la “pigrizia” e lo “sconforto”, ha detto il Papa, chiedendo a Dio di avere
la forza che viene dalla fede. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Santi senza
incensi né altari, senza una nicchia dove pregarli e accendere una candela. Santi
in carne e ossa, che forse sono sul nostro pianerottolo e non lo sappiamo, nascosti
dal velo della quotidianità, o che invece abbiamo la fortuna di conoscere e di godere
della loro fede solida anche se senza aureola. Queste persone – assicura Papa Francesco
– hanno in comune con i Santi canonizzati una dote che viene dall’alto: la “fortezza”.
Il Papa spiega questo “dono speciale” dello Spirito Santo prendendo come esempio una
dimensione cara alla Chiesa, la santità nascosta. Quella – afferma – che brilla soprattutto
nei “momenti difficili” e nelle “situazioni estreme”, quando uomini e donne “si trovano
ad affrontare esperienze particolarmente dure e dolorose, che sconvolgono la loro
vita e quella dei loro cari”:
“Quanti, quanti uomini e donne, noi non sappiamo
il nome, ma che onorano il nostro popolo, onorano la nostra Chiesa, perché sono forti:
forti nel portare avanti la loro vita, la loro famiglia, il loro lavoro, la loro fede.
Ma, questi nostri fratelli e sorelle sono santi, santi quotidiani, santi nascosti
in mezzo a noi: hanno proprio il dono della fortezza per portare avanti il loro dovere
di persone, di padri, di madri, di fratelli, di sorelle, di cittadini. Tanti ne abbiamo,
tanti!”.
E in questi santi senza nome il dono spirituale della fortezza
produce effetti tangibili, che Papa Francesco spiega con la celebre Parabola del Seminatore,
che sparge il seme della Parola su terreni, cioè in cuori, ora buoni, ora aridi, ora
fragili:
“Con il dono della fortezza (…) lo Spirito Santo libera
il terreno del nostro cuore, lo libera dal torpore, dalle incertezze e
da tutti i timori che possono frenarlo, in modo che la Parola del Signore venga messa
in pratica, in modo autentico e gioioso. E’ un vero aiuto questo dono della fortezza,
ci dà forza, anche ci libera di tanti impedimenti”.
Ma non bisogna pensare
che la fortezza sia un dono solo per i momenti gravi. Su questo Papa Francesco è chiaro.
“In tutti i giorni della vita quotidiana – dice – dobbiamo essere forti”, a patto
“che il dono della fortezza incontri l’umiltà del nostro cuore”:
“L’apostolo
Paolo ha detto una frase che ci farà bene sentire: ‘Tutto posso in colui che mi dà
la forza’. Ma, quando viene la vita ordinaria, quando vengono le difficoltà, ricordiamo
questo: ‘Tutto posso in colui che mi dà la forza’. Il Signore dà la forza, sempre,
non manca. Il Signore non ci prova più di quello che noi possiamo tollerare. Lui è
sempre con noi. ‘Tutto posso in colui che mi dà la forza’”.
Al termine
delle catechesi e dei saluti in varie lingue, Papa Francesco ha rivolto fra gli altri
un pensiero al gruppo di persone presente in Piazza San Pietro e giunto dalla Sardegna
in segno di riconoscenza per la visita compiuta dal Papa lo scorso anno sull’isola.
Nell’incoraggiare la regione “ad affrontare le situazioni problematiche” che ancora
la affliggono “nella speranza e nella solidarietà”, Papa Francesco ha concluso: “Io
vi assicuro che non mi sono dimenticato di voi e prego. Ricordo tanto quelle parole
che voi mi avete detto sui gravi problemi della Sardegna. Vi assicuro di esservi vicino”.