2014-05-14 15:14:00

Udienza generale. Il Papa: i santi nascosti ci insegnano cosa sia il dono della fortezza


Sono i santi “nascosti” nella Chiesa quelli che insegnano cosa sia il dono divino della “fortezza”. È stato questo il pensiero centrale della catechesi svolta da Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro, davanti a oltre 60 mila persone. Combattiamo la “pigrizia” e lo “sconforto”, ha detto il Papa, chiedendo a Dio di avere la forza che viene dalla fede. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Santi senza incensi né altari, senza una nicchia dove pregarli e accendere una candela. Santi in carne e ossa, che forse sono sul nostro pianerottolo e non lo sappiamo, nascosti dal velo della quotidianità, o che invece abbiamo la fortuna di conoscere e di godere della loro fede solida anche se senza aureola. Queste persone – assicura Papa Francesco – hanno in comune con i Santi canonizzati una dote che viene dall’alto: la “fortezza”. Il Papa spiega questo “dono speciale” dello Spirito Santo prendendo come esempio una dimensione cara alla Chiesa, la santità nascosta. Quella – afferma – che brilla soprattutto nei “momenti difficili” e nelle “situazioni estreme”, quando uomini e donne “si trovano ad affrontare esperienze particolarmente dure e dolorose, che sconvolgono la loro vita e quella dei loro cari”: 

“Quanti, quanti uomini e donne, noi non sappiamo il nome, ma che onorano il nostro popolo, onorano la nostra Chiesa, perché sono forti: forti nel portare avanti la loro vita, la loro famiglia, il loro lavoro, la loro fede. Ma, questi nostri fratelli e sorelle sono santi, santi quotidiani, santi nascosti in mezzo a noi: hanno proprio il dono della fortezza per portare avanti il loro dovere di persone, di padri, di madri, di fratelli, di sorelle, di cittadini. Tanti ne abbiamo, tanti!”.

E in questi santi senza nome il dono spirituale della fortezza produce effetti tangibili, che Papa Francesco spiega con la celebre Parabola del Seminatore, che sparge il seme della Parola su terreni, cioè in cuori, ora buoni, ora aridi, ora fragili:

“Con il dono della fortezza (…) lo Spirito Santo libera il terreno del nostro cuore, lo libera dal torpore, dalle incertezze e da tutti i timori che possono frenarlo, in modo che la Parola del Signore venga messa in pratica, in modo autentico e gioioso. E’ un vero aiuto questo dono della fortezza, ci dà forza, anche ci libera di tanti impedimenti”.

Ma non bisogna pensare che la fortezza sia un dono solo per i momenti gravi. Su questo Papa Francesco è chiaro. “In tutti i giorni della vita quotidiana – dice – dobbiamo essere forti”, a patto “che il dono della fortezza incontri l’umiltà del nostro cuore”:

“L’apostolo Paolo ha detto una frase che ci farà bene sentire: ‘Tutto posso in colui che mi dà la forza’. Ma, quando viene la vita ordinaria, quando vengono le difficoltà, ricordiamo questo: ‘Tutto posso in colui che mi dà la forza’. Il Signore dà la forza, sempre, non manca. Il Signore non ci prova più di quello che noi possiamo tollerare. Lui è sempre con noi. ‘Tutto posso in colui che mi dà la forza’”.

Al termine delle catechesi e dei saluti in varie lingue, Papa Francesco ha rivolto fra gli altri un pensiero al gruppo di persone presente in Piazza San Pietro e giunto dalla Sardegna in segno di riconoscenza per la visita compiuta dal Papa lo scorso anno sull’isola. Nell’incoraggiare la regione “ad affrontare le situazioni problematiche” che ancora la affliggono “nella speranza e nella solidarietà”, Papa Francesco ha concluso: “Io vi assicuro che non mi sono dimenticato di voi e prego. Ricordo tanto quelle parole che voi mi avete detto sui gravi problemi della Sardegna. Vi assicuro di esservi vicino”.








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