Ted Neeley a Roma per la versione italiana di Jesus Christ Superstar: "Un onore essere
qui"
Ted Neeley, il cantante statunitense che ha interpretato Gesù nel film 'Jesus Christ
Superstar' del 1973, è a Roma per recitare e cantare nel ruolo che lo ha reso celebre
in tutto il mondo. Ted Neeley è in questi giorni protagonista della versione
italiana dell'opera, firmata da Massimo Romeo Piparo in scena fino al 31 maggio al
Teatro Sistina. Fabio Colagrande gli ha chiesto cosa significhi per lui essere
nella città cuore del cattolicesimo per interpretare la parte di Gesù Cristo a teatro:
R. - I could
not be happier, more honoured and more frightened … Non potrei essere più felice,
più onorato e più spaventato allo stesso tempo. So bene, infatti, che Roma è la città
simbolo della fede cattolica. Penso che, in un certo senso, molti romani siano degli
esperti della religione cattolica, mentre io sono solo un attore che cerca di fare
il meglio che può per infondere la spiritualità necessaria al ruolo di Gesù Cristo.
Ma sono tanto onorato di essere qui e ho sognato tutta la vita di avere questa possibilità.
E ora, finalmente, l’ho avuta e sono pieno di gratitudine.
D. - Crede che questa
opera rock abbia contribuito a diffondere il Vangelo nel mondo?
R. - Yes, absolutely!
Infact I got it from the authority … Credo proprio di sì. Infatti, posso dire di
avere avuto una conferma più che autorevole. Norman Jewison, regista del film Jesus
Christ Superstar, a causa delle tante proteste che la compagnia aveva ricevuto mentre
recitavamo lo spettacolo nei teatri degli Stati Uniti, già prima di iniziare le riprese,
era molto preoccupato dell’accoglienza del film in tutto il mondo. Perciò richiese
un’udienza a Papa Paolo VI per mostrargli il film. E lui e il Pontefice lo videro
insieme. Papa Montini disse che era un buon film e che era convinto che avrebbe aperto
gli occhi a tanta gente nel mondo per quanto riguarda la spiritualità. Papa Montini
pensava che la musica fosse davvero affascinante e profondamente spirituale e che
avrebbe perciò contribuito a trasmettere in tutto il mondo l’essenza dell’annuncio
di Cristo. E così ottenemmo la sua benedizione per la distribuzione del film in tutto
il mondo. Debbo ringraziare Dio e Papa Montini per questo.
D. - Le piacerebbe
far vedere questo film a Papa Francesco?
R. - Oh, yes! I would do anything
to reach … Oh, sì! Lo farei senza aspettare un secondo! Farei qualsiasi cosa per
entrare in contatto con lui, per poter catturare la sua attenzione, poterlo toccare
e dirgli: “Per favore potresti guardare questo film?”. Se questo accadesse si avvererebbe
il sogno della mia vita.
D. - Quale pensa sia il segreto del successo di questo
capolavoro, Jesus Christ Superstar?
R. - I honestly believe it is beacuse,
first of all … Francamente penso che il suo successo sia dovuto prima di tutto,
e senza alcuna discussione, alla musica. Se si prende la musica da sola e si ascoltano
semplicemente le melodie, si capisce che hanno una potenza comunicativa universale,
perché persone di tutto il mondo possono cantarle. Mi capita sempre che persone di
diverse nazionalità vengano da me e cantino in inglese (canta) : “Jesus,
I am overjoyed to meet you face to face!” o un altro mi si avvicina e canta: “Everything's
alright? Yes, everything's fine!”. Tutto in questa musica è così dolce, sembra quasi
accarezzarti le orecchie! E poi c’è la qualità dei testi che Tim Rice ha scritto ispirandosi
ai quattro Vangeli, in particolare a quello di Giovanni, riuscendo a tirare fuori
dei versi, a creare una storia che riguarda solo gli ultimi sette giorni della vita
di Gesù, visti però attraverso gli occhi dei suoi amici. I suoi amici – che nel testo
di quest’opera - vedono in lui solo un uomo che cammina sulla terra come un uomo,
e non pretendono di trovare in lui la divinità, e assolutamente escludono che possa
essere il figlio di Dio. Nessuno di loro sapeva chi fosse davvero fino a quando è
stato crocifisso ed è resuscitato! E così Gesù arriva fino al momento della crocifissione.
E moltissime persone mi dicono di aver imparato tanto sulla loro spiritualità perché
attraverso quest’opera hanno potuto considerare Gesù come un essere umano e non solo
come il Figlio di Dio.