2014-05-14 13:41:00

Mons. Tomasi: no a uso di droni, no delegare responsabilità ai robot


In una guerra non si può delegare la responsabilità umana a un robot. E’ quanto affermato dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi che è intervenuto all’Onu di Ginevra sull’utilizzo delle armi letali autonome. L’osservatore vaticano alle Nazioni Unite ha in particolare denunciato l’utilizzo dei “droni”. Alessandro Gisotti ha chiesto a mons. Tomasi di soffermarsi sui passaggi salienti del suo intervento: 

R. - Il principio fondamentale, il punto chiave in tutta questa situazione è che non si può delegare alle macchine una decisione che riguarda la vita e al morte di essere umani: bisogna che l’elemento razionale e la capacità di giudizio morale rimanga sempre presente quando c’è di mezzo la questione della vita di altre persone. Ora, per la loro natura, questi strumenti - queste armi tecnologicamente sofisticate, ma completamente autonome - non hanno questa capacità. E supponendo anche che si riuscisse a sviluppare una specie di intelligenza artificiale non si arriverebbe mai ad avere la possibilità e la capacità di esaminare le situazioni e quindi di elaborare un vero giudizio etico.

D. - Negli ultimi anni si è fatto molto uso dei droni, in particolare da parte degli Stati Uniti ma non solo. Anche su questo la posizione della Santa Sede è netta. Già l’anno scorso c’era stato un intervento al riguardo da parte sua …

R. - La Santa Sede porta avanti una linea coerente. La questione dei droni è parallela a quella delle armi completamente autonome. Il punto rimane sempre la presenza di un giudizio morale che solo la persona umana può avere nelle circostanze in cui viene a trovarsi, e questo è tanto più necessario, in quanto si tratta della vita e della morte di esseri umani. Questa è la preoccupazione fondamentale. Poi ci sono altre considerazioni che dobbiamo fare, come ad esempio, che la proliferazione di questo tipo di armamenti può veramente causare una nuova corsa internazionale a dotarsi di armi sofisticate come questi killer robot, e soprattutto la nascita di una competizione che non serve per le relazioni tra Paesi, che produce semplicemente dello sperpero di risorse che dovrebbero essere utilizzate invece per le esigenze sociali, la salute, l’educazione, la lotta contro la povertà e non in strumenti letali.








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