2014-05-13 08:04:24

Ucraina. Tensione alta dopo il sì all'indipendenza dell'est


Ancora in primo piano la crisi ucraina. Sempre più tesa la situazione dopo il successo del sì al referendum per l’’indipendenza delle regioni orientali di Donetsk e di Lugansk. La consultazione non è stata riconosciuta dagli Usa, mentre per l’Ucraina è una“farsa senza conseguenze giuridiche”. Kiev intanto prosegue le operazioni militari nell’area: sotto attacco le “forze di autodifesa” filorusse nella città di Slaviansk. L’Ue si dice pronta a nuove sanzioni nei confronti della Russia, ma secondo l’Osce, Mosca sosterrebbe la roadmap per allentare la tensione nell’area. Paolo Ondarza: RealAudioMP3
Inasprisce la crisi il netto sì – con il 90% dei voti - all’indipendenza delle regione di Donetsk e di quella di Lugansk. La prima ha già chiesto l’annessione alla Russia, la seconda opta invece per una federalizzazone dell’Ucraina. Dopo le nuove sanzioni nei confronti della Crimea, l’Ue valuta nuovi provvedimenti contro Mosca, se non contribuirà concretamente ad allentare la tensione. Secondo il presidente Osce Burkhalter , Putin sarebbe a favore di una roadmap per una de-escalation. A sostegno del dialogo oggi il ministro tedesco Stenmeier si recherà a Kiev. Il Cremlino per il momento invita a "rispettare" l'esito della consultazione auspicando l'avvio di un dialogo, nel contempo però ha minacciato di tagliare le forniture di gas all’Ucraina se non salderà il debito pregresso. Sul terreno le truppe di Kiev proseguono le operazioni militari orientali, poche le notizie verificabili visto che le comunicazioni sono interrotte da ore. Sullo sfondo della crisi le elezioni presidenziali in Ucraina del prossimo 25 maggio alle quali le regioni separatiste hanno già fatto sapere di non voler partecipare.

Ma quali riflessi potrà avere il referendum? Alessandro Guarasci ha sentito Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università del Salento: RealAudioMP3 RealAudioMP3 R. – Sinceramente, non so se l’idea della secessione sarà immediatamente fattibile. Innanzitutto, c’è una data da tenere presente, che è quella del 25 maggio, cioè le elezioni presidenziali. Probabilmente tutti nell’area, ma soprattutto Putin, stanno aspettando che le elezioni si svolgano per vedere come si comporteranno gli elettori ucraini, anche perché in campo, non dimentichiamo, c’è la signora Timoshenko, che se dovesse essere eletta sarebbe un gravissimo ostacolo sulla strada della pace e della convivenza con la Russia di Putin.

D. – Una possibile secessione converrebbe davvero alla Russia?

R. – Non credo, in un primo momento, Putin abbia messo in conto la secessione di un’ulteriore area oltre alla Crimea. Il Donetsk non è un’area qualsiasi: da sola rappresenta almeno il 20% del pil dell’intera Ucraina. Di certo, la difesa di quell’area ma soprattutto delle popolazioni di lingua e cultura russa sta molto a cuore a Putin, soprattutto dopo quello che è successo ad Odessa.

D. – Lei come giudica l’atteggiamento dell’Europa, che sotto alcuni aspetti è stato, diciamo, oscillante?

R. – L’Europa non prende una decisione, in un senso o in un altro. Sì, è vero, minaccia le sanzioni, ma che tipo di sanzioni? E queste sanzioni possono essere dannose per la Russia o potrebbero essere dannose per l’Europa stessa? La storia corre e l’Europa è sempre dietro.







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