2014-05-13 14:33:37

La visita del Papa in Molise. Mons Bregantini: sarà un dialogo con tutta la regione


Per la terza volta in trent’anni, la regione Molise accoglierà un Pontefice. Papa Francesco sarà in visita alle città di Campobasso e Isernia il prossimo 5 luglio. “Una gioia immensa e un grazie al Papa per la sua disponibiltà”, commenta l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, mons. Giancarlo Bregantini, che oggi a Campobasso ha presentato in conferenza stampa i dettagli della giornata, articolata in sette tappe. Un vero “percorso”, spiega il presule al microfono di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

R. – Farà sette tappe: incredibile. Alle 9, dopo l’arrivo, il mondo produttivo all’università: parleranno gli agricoltori che si sono laureati e sono tornati nei campi. E’ un’immagine nuova, di un’agricoltura moderna che il Molise esprime. Secondo, la sosta alla cattedrale con la preghiera presso la tomba di un vescovo che è morto sotto le bombe nel 1943 e la sua morte ha salvato la città. Terzo, la celebrazione eucaristica alle 11 nello stadio, previste circa 30 mila persone. Quindi, praticamente la città lo riceve. Poi alla Casa degli Angeli, al pranzo con i poveri.

D. – E poi, nel pomeriggio, la sosta al Santuario regionale di Castel Petroso con l’incontro con i giovani, e a Isernia, la sosta al carcere, quindi alla cattedrale per l’abbraccio alla città. Dunque, un percorso ricco di un messaggio…

R. – Tutte le tappe hanno un significato. Rappresentano, in fondo, un dialogo con la città e con tutto il mondo del Molise.

D. – Una piccola regione, che però è una regione molto religiosa: una terra di periferia, una terra di migrazioni… Sono tanti, gli spunti che si offrono per il Papa, no?

R. – Sì: credo che l’abbia convinto a venire la realtà proprio periferica, perché se io guardo le visite che ha fatto in Italia si compone già un mosaico di luce, di umiltà, di verità e di semplicità. Ha visitato tutte le zone periferiche e questo rende onore a questo stile, secondo la logica del Vangelo.

D. – Lo slogan di questa visita è “Dio non si stanca di perdonare”. Perché questa scelta?

R. – Abbiamo pensato che il perdono sia il nocciolo del suo messaggio, con due conseguenze: una positiva, la logica dell’incontro che noi chiediamo nella preghiera tutti i giorni, e l’altra, negativa nella sua realtà, ma positiva nei suoi effetti, ed è “vincere la logica dello scarto”. E’ lo sfondo che noi vorremmo chiedere al Signore di vivere: incontrarsi per evitare che nessuno sia scartato.

D. – Lei ha già avuto modo di sentire la gente: c’è entusiasmo, attesa, ci sono interrogativi? Perché so che il percorso di preparazione organizzato è lungo, fatto di Consigli pastorali, di appuntamenti sul territorio…

R. – Sì, accanto allo stupore e alla gioia immensa di essere stati considerati, anzi noi usiamo una parola ancora più bella: essere stati “scelti”. Il terzo elemento importante è sentire che siamo avvolti dal suo abbraccio, dalla sua misericordia, dal suo stile, dall’amore di un Cristo che non scarta nessuno e da uno Spirito Santo che ci incontra, che si fa Paraclito.

D. – Sarà una visita al Molise, cioè una visita a tutta la popolazione, perché tutta la popolazione sarà rappresentata negli incontri che il Papa avrà...

R. – Sì, sì. Per esempio, il mondo produttivo sarà rappresentato da un contadino di un paese che si chiama Riccia, a 30 km da Campobasso, e da un operaio di Termoli, della Fiat. E la diocesi di Trivento sarà presente alla cattedrale di Isernia, oltre che tutti i vescovi del Molise, dell’Abruzzo, gli emeriti... Saremo una ventina di vescovi.

D. – E poi, ovviamente, negli appuntamenti di piazza, tutti quelli che possono arriveranno dai dintorni …

R. – Certo: da Benevento, Avellino, Foggia, dalle diocesi accanto dell’Abruzzo, da Frosinone, Cassino… Sono già tantissime le richieste!

D. – Cosa si aspetta, dunque, da questa presenza che è la terza di un Pontefice – nel 1983 e nel 1995 con Giovanni Paolo II – nel vostro territorio?

R. – Questa terra ha bisogno di questo slancio, di questo entusiasmo, per vincere una insidia che talvolta qui e altrove in Italia si insinua, che è l’accidia, cioè l’accontentarsi. Il Papa viene a scuoterci con il suo stile fuori dalle righe, con quel chiederci che la Chiesa sia in uscita, nel privilegiare la missione su ogni altra cosa, perché fonte poi, essa stessa, di risanamento per le nostre ferite, con lo sguardo oltre il presente. Questo è un po’ il Papa e questa è la profezia del Concilio che lui ci ha dato. E questo è ciò che noi chiediamo al Signore.







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