Congresso delle famiglie d'Asia. Mons. Laffitte: rilanciamo i diritti propri del matrimonio
A Manila, nelle Filippine, è iniziato oggi, e durerà fino a giovedì 16, il Congresso
asiatico sulla famiglia intitolato “Famiglie dell’Asia – Luci di speranza”. Un evento
della Conferenza episcopale dei vescovi filippini, che vede per la prima volta la
presenza del competente dicastero vaticano sia in veste di organizzatore, sia in quello
di promotore di contenuti. A rappresentarlo il segretario del Pontificio Consiglio,
mons. Jean Laffitte, che terrà diverse conferenze sui temi della famiglia e
della vita. Audrey Radondy l’ha intervistato:
R. – L’Eglise est engagée
dans un processus… La Chiesa è impegnata in un processo presinodale. Sono in preparazione
due Sinodi sulla famiglia. Credo sia soprattutto un modo per fare il punto sulle domande
che oggi si pongono in un contesto culturale – e l’occidente lo sa bene, ma è vero
anche negli altri Paesi – che non mette più necessariamente la famiglia al centro
della società, che non la considera più come la sua cellula base. Di conseguenza,
c’è bisogno di fare il punto sulle domande attuali e di vedere quali siano le forze
presenti per poter incontrare i giovani, prepararli al Sacramento del matrimonio,
i differenti aspetti della pastorale coniugale e familiare. D. - Il congresso è
intitolato: “Famiglie d’Asia, luci di speranza”: che si intende per “luci di speranza”?
R.
– Celui qu’il veut créer une famille… Cosa fa, in definitiva, colui che vuole creare
una famiglia? Esprime una fiducia nel futuro. Creare una famiglia è compiere un atto
di speranza. Le famiglie asiatiche sono estremamente legate a questo. Penso che le
Filippine abbiano un ruolo particolare. Mi ricordo che San Giovanni Paolo II, quand’era
nelle Filippine, disse queste parole: “Voi evangelizzate l’Asia”. Poi, in seguito,
aveva aggiunto: “Voi filippinizzate il mondo”. Ma in verità, il Papa polacco
voleva dire che loro filippinizzavano il mondo attraverso la testimonianza
di famiglie unite, gioiose: gioiose di accogliere la vita, di praticare la fede. Certamente,
c’è qualcosa di profetico nel modo in cui i filippini sono legati alla cultura della
famiglia.
D. – E quindi, le famiglie asiatiche sono un esempio per gli occidentali…
R.
– Je ne sais pas si on peut donner des exemples… Non so se si possono dare esempi
tra un Paese all’altro ma, sì, nel loro modo di vivere la fede cristiana c’è una fonte
di ispirazione anche per molti altri Paesi. Questa è la mia convinzione: si ha veramente
l’impressione che siano felici di vivere la loro fede. Non è una fede triste, una
fede ripiegata su se stessa. È una fede estremamente gioiosa, con una conformazione
comunitaria molto forte. Tutto questo c’è anche in altri Paesi, certamente, ma c’è
qualcosa che, per noi che pure siamo cristiani, ci attrae molto e ci fa anche un po’
invidia … E’ molto interessante vedere come proprio questi Paesi siano stati costretti
da una certa pressione internazionale o politica a introdurre legislazioni contrarie
al loro costume, tradizione e natura.
D. – Come ospite d’onore terrà diverse
conferenze: che tema affronterà?
R. – Nous sommes assez vite tombés d’accord… Abbiamo
concordato presto che fosse importante parlare di un testo che San Giovanni Paolo
II aveva pensato di far pubblicare 30 anni fa, e cioè la Carta dei diritti della famiglia.
Questo testo ha un suo indubbio valore, eppure non se ne parla più un granché, almeno
da qualche anno. Ora, da una decina di anni, vediamo che la famiglia come istituzione,
anche il matrimonio come istituzione, affrontano problemi di ordine giuridico e sociale:
cioè, sono messi in discussione dagli stessi legislatori. L’idea principale di San
Giovanni Paolo II era questa: la famiglia ha dei diritti, sono diritti naturali, diritti
che precedono quelli di ogni altro tipo di società perché è una società naturale.
Questi diritti meritano di essere onorati, rispettati, incoraggiati, protetti. Del
resto, il discorso della Chiesa era talmente fecondo che tra gli incontri e gli interventi
che ci saranno è prevista la risposta di politici che parleranno anche di diritto
di famiglia, di come cercano di proteggerlo nella loro azione politica e nella loro
funzione pubblica. Questo significa che l’argomento interessa molto i responsabili
della vita civile e politica in questo Paese.