Anniversario di Fatima. I Papi e il mondo "consegnato" a Maria
La Chiesa celebra oggi il 97.mo anniversario della prima apparizione della Vergine
a Fatima. Nel corso dei decenni, con il crescere della devozione mariana legata a
questo evento, i Pontefici hanno spesse volte affidato l’umanità alla protezione della
Madonna apparsa ai tre pastorelli, in particolare Giovanni Paolo II, la cui vicenda
si lega in modo unico a quel lontano 13 maggio 1917. Alessandro De Carolis
ne parla in questo servizio:
“Ave Maria,
Santa Maria”. “Ave Maria, Santa Maria”. E via saltellando e divertendosi, con un occhio
al gregge portato al pascolo. Il simpatico Rosario “abbreviato” recitato da Lucia,
Francesco e Giacinta, i pastorelli di Fatima, è una pagina di storia e racconta di
tre cuori limpidi nei quali quella Mamma invocata tra un gioco e l’altro, con la spensierata
semplicità dei ragazzini, decide di andare ad abitare. Tre cuori come tre case, non
sporcate dal mondo, da dove intervenire per scuotere le coscienze del mondo, che invece
da un paio d’anni ha dato il via alla più grande carneficina della storia e che non
prega la Madre del cielo ma piuttosto strappa milioni di figli alle mamme della terra
per gettarli fra le trincee e in pasto ai cannoni.
Il potere del Rosario per
convertire i cuori di chi dispone degli esseri umani per i propri giochi di potere.
Le apparizioni di Fatima, le rivelazioni, nascono in quella contingenza ma attraversano
col loro messaggio universale la storia del Novecento: da quel 13 maggio 1917, sono
un raggio di forza e di tenerezza mariana che getta luce sempre un metro oltre l’orizzonte
umano. La recente Canonizzazione di Giovanni Paolo II ha rievocato il suo strettissimo
legame con la Vergine di Fatima. E proprio il Papa che varca con la Chiesa la soglia
della speranza del Duemila, in quel crogiolo di attese che si coagula attorno al nuovo
millennio “consegna” il futuro del nuovo secolo alla Madre con parole indimenticabili.
Vengono pronunciate l’8 ottobre 2000, giorno del Giubileo dei vescovi:
“Vogliamo
oggi affidarti il futuro che ci attende,chiedendoti d’accompagnarci nel nostro cammino. Siamo
uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità
possiede oggi strumenti d’inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino, o
ridurlo a un ammasso di macerie (...) Oggi come mai nel passato, l'umanità è
a un bivio. E, ancora una volta, la salvezza è tutta e solo, o Vergine Santa,
nel tuo figlio Gesù”.
Da allora, il futuro ha scritto 14 anni di storia e di
macerie ancora si contano ammassi fumanti in troppe parti del mondo. Ma, un’ottava
sotto il fragore delle moderne esplosioni kamikaze, delle autobombe, degli ordigni
sganciati con sofisticata violenza dai droni, resiste il mormorio sottile dei milioni
di “Ave Maria, Santa Maria” che alla Madonna di Fatima ogni giorno vengono levati
perché il mondo continui a nutrire la speranza e così a conservare un futuro. Una
fede che Papa Francesco, il 13 ottobre scorso, ha espresso per tutti nella Giornata
mariana nell’Anno della Fede:
“Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai
tuoi occhi e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori. Ci
lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante carezza
del tuo sorriso. Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza
ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la fede; sostieni e illumina la speranza; suscita
e anima la carità; guida tutti noi nel cammino della santità”.